Quando il contenuto diventa contenitore

Siamo sempre perplessi di fronte all’eccessivo asservimento delle forme architettoniche ai desiderata della committenza; perplessi non vuol dire chiusi alla divulgazione, anche a scopo di dibattito, di tali esperienze.
Una di queste ci arriva dalla Polonia, dove un’azienda che produce tubi per infrastrutture di rete sotterranee, la Gambit, ha commissionato allo studio KWK Promes e a Robert Konieczny, di Katowice, la progettazione di un edificio adibito a ufficio e magazzino che fungesse anche da promozione della propria attività industriale.
Il tutto, va ricordato, chiedendo ai progettisti (come spesso accade) di spendere il meno possibile.
Per riuscire a rispondere alle richieste, i progettisti hanno pensato di utilizzare una materia prima alla base della normale produzione della Gambit, i tubi appunto; allo stesso tempo, hanno deciso di integrare il più possibile gli spazi adibiti a ufficio con quelli destinati a magazzino.
In base a questi due principi di base, l’edificio è stato progettato in modo che assomigliasse a una catasta di tubi, comunicando immediatamente ciò che l'azienda fa. Un tempo su questo sito sorgeva un capannone di produzione rettangolare, ma le immediate vicinanze sono costituite da case residenziali con tetti ripidi, spesso accompagnate da annessi lunghi e cubici. Questo panorama costruito ha ispirato la forma finale dell'edificio.


Le tre funzioni principali dell'edificio - magazzino, officina per la preparazione degli ordini e zona uffici - si riflettono direttamente nella sua forma. Una sezione a due piani con pareti inclinate ospita gli uffici, una sezione più bassa funge da officina e il cubo più alto è un magazzino non riscaldato. La disposizione per sovrapposizione dei tubi ha determinato l'inclinazione del tetto.
Il tetto inclinato dell’area degli uffici è stato sezionato all’altezza del secondo piano, generando un tronco di piramide, per rimanere entro il limite di altezza stabilito dal piano regolatore locale, eliminando un volume aggiuntivo comunque non necessario.
La sede della Gambit è stata pensata per garantire una facciata continua sulla strada principale, mentre, se vista dal quartiere residenziale, il suo volume frammentato si fonde nel contesto generalmente disgregato.
La facciata non è stata realizzata con i tubi Gambit, progettati per l'uso sotterraneo, che si ossidavano sotto i raggi UV, non soddisfacendo tra l’altro i requisiti di sicurezza antincendio. I progettisti hanno invece optato per un foglio di alluminio grezzo, che non solo era più economico, ma che sviluppa una patina nel tempo, assumendo un carattere opaco e grezzo che ricorda il cemento.
È importante notare che la lastra è molto resistente e praticamente indistruttibile, il che la rende facile da mantenere.
I tubi ai bordi dell'edificio sono stati tamponati per evitare che provochino rumore sotto l’azione del vento. Sebbene inizialmente gli investitori temessero che l'edificio potesse diventare un rifugio per vari animali, i progettisti hanno lo stesso deciso di non installare reti per uccelli.

Gli interni sono ben illuminati da finestre e lucernari tradizionali. Negli uffici al piano terra, progettati per essere occupati regolarmente, i dipendenti hanno a disposizione vetrate classiche con vista su un piccolo giardino ricavato nell'area del parcheggio. L'area di stoccaggio e i locali ausiliari al piano superiore, che richiedono uno spazio flessibile lungo le pareti esterne, sono illuminati da lucernari.
L'edificio ha una funzione prettamente industriale ed è circondato principalmente da parcheggi per auto e camion. Pertanto, sul tetto della parte più bassa, è stata prevista una terrazza per il relax dei dipendenti.