- INFO POINT
- Di Giulio Di Chiara
- Cosa: Ospedale Sibaritide
- Dove: Palermo
- Stato: Progetto
Forgiati dall’ospedaliero
Edilizia Ospedaliera- Introduzione
- Una compagine multidisciplinare
- Questione di concept
- Il pragmatismo nella progettazione “salvadanaio”
- Modalità “Risparmio Energetico”
- La normativa antincendio e l’approccio prestaziona
- Tecnologie che salvano la vita
- Approccio olistico per grandi responsabilità
- Rivestimenti, ridistribuzioni spaziali e pazienti
- L’ausilio della tecnologia nella progettazione
Forma o funzione?
Nell’eterna dicotomia che ha caratterizzato per decenni il dibattito tra ingegneria e architettura, sono state innestate teorie ibride, terre di mezzo, tonalità di grigi più o meno intensi tra il bianco e il nero.
“La forma segue la funzione” e si conforma alla sua utilità, una concezione espressa in inglese con l'acronimo FFF (“form follows function”), coniato da Louis Sullivan, mentore di Frank Lloyd Wright, nel trattato "The Tall Office Building Artistically Considered" del 1896.
La ricerca di un armonico compromesso tra l’estetica di un volume e la sua razionale praticità è stata sapientemente coniugata dalla Arch&Tech, studio di progettazione con sede a Palermo, in cui l’equivalenza tra i due fattori ha caratterizzato la genesi e il processo evolutivo di questa compagine di professionisti.
Ritroviamo la Arch&Tech in qualità di partner tecnico della concessionaria “D’Agostino Costruzioni Generali”nel cantiere del nuovo ospedale Sibaritide, in Calabria. Un progetto di infrastruttura sanitaria tra i più imponenti nel mezzogiorno d’Italia, che è stato rilevato in corso d’opera al fine di ammodernare le superate previsioni iniziali e renderle conformi ai più recenti standard in materia.
Una compagine multidisciplinare
Coerentemente alla filosofia precedentemente espressa, architetti, ingegneri, strutturisti e impiantisti compongono le fila di un team che fonde le specializzazioni individuali e le rende a servizio di ogni progetto. L’Ingegnere Pietro Li Castri è amministratore della società Arch&Tech, nata nel 2019 quale naturale evoluzione di una cooperazione di lunga data tra diversi soggetti.
Pietro Li Castri : “Sebbene di recente costituzione aziendale, il nostro gruppo è il risultato di una collaborazione che ha mosso i suoi primi passi circa 40 anni fa grazie a mio padre, fondatore e animatore di questa realtà.
Siamo una società di architettura e ingegneria specializzata nell’edilizia ospedaliera e contiamo circa 16 tra membri senior, junior e collaboratori esterni”.
La componente “ARCH” della compagine è rappresentata dall’Arch. Samantha Li Castri, insieme alla quale approfondiremo la ratio di alcune scelte funzionali proprio del progetto Sibaritide. L’Ingegnere Fabrizio Anzaldi sovrintende il comparto meccanico e dunque gli impianti tecnologici, gli Arch. Giuseppe Scammacca e Nancy Scammacca rappresentano l’expertise verticalizzata in materia sanitaria mentre l’Ing. Francesco Filizzola la dimensione strutturale delle opere. Insieme all’Ing. Sebastiano Gatto e alle nuove leve di architetti e ingegneri junior, la Arch&Tech si consolida nel panorama delle costruzioni e dei grandi progetti con una rosa di competenze capaci di affrontare le nuove sfide a trecentosessanta gradi.
L’idea alla base della Legge Obiettivo che portò nel caso specifico la Regione Calabria a rivedere alcune infrastrutture ospedaliere regionali era quella di ammodernare i progetti iniziali e adeguarli alle nuove esigenze. In tal senso la pandemia da Covid-19 ha determinato pesanti stravolgimenti nella vita di un polo ospedaliero, dettando nuove linee guida funzionali da applicare.
Il progetto originario di fatto mostrava il fianco a una serie di criticità emerse anche alla luce del nuovo Piano Sanitario.
Nel caso della Sibaritide, la Regione Calabria ha scelto di voler reinvestire in questo ospedale, dopo il fallimento della società Technics che era direttamente coinvolta in un project financing. La D’agostino Costruzioni Generali ha rilevato il cantiere e si appresta a completarlo.
Pietro Li Castri:“Vennero realizzati dei progetti pilota per quattro ospedali, poi diventati tre, rispettivamente nei comprensori di Vibo Valentia, Gioia Tauro e appunto Sibari. Avevano tutti la medesima struttura a pianta centrale, abbastanza ricorrente nei primi anni duemila. Quando furono concepiti si connotavano di una componente progettuale di innovatività che nel 2023 è divenuta inevitabilmente obsoleta, soprattutto in termini di concezione e di dotazioni impiantistiche ed energetiche".
L’ospedale della Sibaritide, così come abbiamo documentato in questo articolo, oggi ha realizzato soltanto la struttura portante, ed è in attesa di ricevere l’approvazione della “Perizia di variante tecnologica e sanitaria” per procedere nei lavori. In questo dossier documentale la Arch&Tech ha rielaborato alcuni tra spazi, percorsi e funzioni sulla base delle nuove direttive in materia, ma a partire da una forma già precostituita e quindi vincolante.
Promised Lands: Quindi, se aveste progettato da zero l’intero volume, quale input avreste fornito?
Samantha Li Castri: "L’area della Sibaritide è molto estesa e gli spazi sono parecchio dilatati in orizzontale. Oggi avremmo progettato sviluppando i volumi decisamente più in altezza che in larghezza".
"Avremmo probabilmente ragionato su una piastra centrale su cui elevare un volume a torre, più snello. Il blocco centrale garantisce collegamenti più capillari tra tutti gli ambienti e i percorsi, che in un ospedale sono fondamentali. Con delle strutture più “tentacolari” avremmo eventualmente distribuito alcune funzioni speciali".
"Più è grande una struttura, maggiore è il tempo necessario per un operatore sanitario per spostarsi da un ambiente all’altro.”
Il pragmatismo nella progettazione “salvadanaio”
Il gap infrastrutturale e l’assoluta necessità di spendere “tutto” e “bene” inducono le amministrazioni pubbliche a massimizzare la spesa pubblica minimizzando il costo funzionale delle opere.
Ad una progettazione attenta corrispondono spesso soluzioni strutturali e funzionali maggiormente efficienti in termini di mantenimento dei costi e contenimento dei tempi di realizzazione.
Samantha Li Castri: “Oggi si tende a comprimere i percorsi, ottimizzarli, per agevolare e velocizzare la vita del personale sanitario e dei degenti stessi. Il COVID-19 ha creato nuove esigenze. Determinati modi di concepire un ospedale non funzionano più in caso di emergenza, soprattutto se si tratta di emergenza pandemica. Non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Promised Lands: Potete farmi alcuni esempi pratici?
Pietro Li Castri : “Negli impianti ospedalieri moderni sono necessari reparti che possono essere facilmente isolati per prevenire qualsiasi forma di contagio. In questo progetto abbiamo introdotto il concetto di “modulo”. Monitorare i percorsi, registrare il funzionamento dell’ospedale in ogni suo segmento sono oramai alla base di una progettazione attenta e moderna".
In tal senso vale la pena citare alcune soluzioni adottate dalla Arch&Tech nel progetto della Sibaritide. La prima afferisce alla definizione dei prospetti del polo ospedaliero.
Pietro Li Castri: “In un progetto in cui grava come una spada di Damocle il fattore tempo, la velocità di esecuzione in cantiere è fondamentale. I materiali devono essere facili da mettere in opera".
"Per questo, unitamente alla società concessionaria, abbiamo scelto di ricorrere a pareti esterne assemblate in fabbrica, pronte da imbullonare nella struttura portante. Senza rinunciare ad alcun standard qualitativo, queste pareti dispongono di tutti i requisiti per l'efficientamento energetico, già predisposte di cappotto termico e certificazione antincendio. Non hanno bisogno di nulla".
"In termini unitari costano qualcosa in più rispetto ai metodi più tradizionali, ma il tempo di installazione ci consente di accorciare sensibilmente il cronoprogramma, affinchè l’ospedale risulti ancora moderno quando verrà inaugurato".
Samantha Li Castri: “Questa scelta ci ha consentito di uniformare l’intero edificio con la stessa tipologia di parete, eccezion fatta per quelle aree in cui sono necessarie le pareti piombate, come quelle di radiologia".
Samantha Li Castri : "La singola parete è costituita da una struttura centrale su cui vengono imbullonati due pannelli, uno per lato. Al centro la lana di roccia garantisce l’insonorizzazione acustica. Nel caso delle pareti piombate, viene inserita un'apposita lamina di piombo in questa intercapedine. E’ evidente come il modulo parete sia molto flessibile".
E’ altrettanto evidente come in mercato siano presenti materiali ben più nobili e stilisticamente più apprezzati di quelli sinora citati dall’architetto Li Castri. Il fascino del marmo ad esempio risulterà irraggiungibile ai molti, bensì il suo approvvigionamento farebbe lievitare i costi per la Pubblica Amministrazione. In questa precisa fase storica in cui il settore pubblico cerca disperatamente di contenere le emorragie finanziarie, su cosa dunque orientare la scelta: estetica o funzione?
Alla Arch&Tech dunque il compito di adottare scelte funzionali che strizzino l’occhio allo “stile” rimanendo all’interno del perimetro di una spesa oculata ed efficace.
Samantha Li Castri: “Per il rivestimento delle pareti abbiamo scelto l'alucobond, un alluminio molto resistente che vanta tantissime finiture e colori. Cosa non da poco, si presta ad essere calandrato e quindi può rivestire i pilastri a base circolare. Inoltre, se un pannello di alucobond dovesse rompersi, la sua sostituzione risulta molto rapida e limita la spesa alla sola porzione interessata".
Un approccio altrettanto funzionale è stato riservato ai servizi igienici.
Samantha Li Castri: “Li abbiamo progettati affinchè fossero uguali in tutte le degenze. Anche qui, abbiamo concepito il bagno come un’unità modulare da ripetere “n” volte per tutti gli ambienti predisposti ad accoglierla. Alla ripartenza del cantiere, per consentire all’impresa di accelerare la definizione della struttura, un’apposita azienda rifornirà la D’agostino Costruzioni Generali di moduli prefabbricati che andranno posizionati e consolidati, unitamente al montaggio delle sole porte di accesso e di due pannelli di gessofibra esterni.
Ben diverso dal dover costruire di sana pianta un'unità “bagno” alla volta in un complesso che a regime ospiterà una comunità di circa 600 unità tra degenti e personale sanitario”.
Modalità “Risparmio Energetico”
Uno degli adeguamenti progettuali richiesti dalla Regione Calabria per l’ospedale della Sibaritide ha riguardato l’efficientamento energetico. Una correzione in itinere non banale se si traguardano gli ambiti applicativi di una struttura così imponente e funzionalmente complessa.
Pietro Li Castri: “Questa rivisitazione ha richiesto degli sforzi notevoli su involucri, materiali e soprattutto impianti. L’intero edificio è passato da una classe energetica B ad ottenere la certificazione NZEB.
Abbiamo eliminato qualsiasi fonte che non sia l’energia elettrica, potenziando quelle rinnovabili".
FOCUS CERTIFICAZIONE NZEB
La legislazione nazionale impone che, a partire dal 2021, tutti i nuovi edifici siano costruiti seguendo gli standard nZEB, con un'anticipazione al 2019 per gli edifici pubblici. Secondo la legge italiana, un edificio ad altissima prestazione energetica è caratterizzato da un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, il quale è in gran parte coperto da fonti rinnovabili prodotte in loco.
_______________________________________________________________________________________________
Le competenze e le tecnologie necessarie per progettare e costruire edifici nZEB sono ormai ben consolidate. Queste comprendono l'adozione di principi di progettazione sostenibile e bioclimatica, un approccio integrato tra la componente architettonica e ingegneristica, l'uso di software di simulazione dinamica per la progettazione energetica, la compatezza e l'orientamento ottimale dell'edificio, l'isolamento efficace dell'involucro ed il ricorso a impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili come fotovoltaico e solare termico. Inoltre, è fondamentale monitorare costantemente i consumi energetici al fine di garantire il mantenimento degli standard nZEB.
_______________________________________________________________________________________________
Pietro Li Castri:“Per raggiungere NZEB, abbiamo scelto di puntare su prodotti con efficienza molto elevata, perchè non tutti garantiscono la medesima resa in termini energetici.Pensiamo all’illuminazione: non è solo un aspetto estetico.
In base alla qualità del Led utilizzato si ottengono prestazioni diverse. Quelle tipologie che annoverano il silicio più nobile sono le più efficienti e anche le più costose".
Si intuisce come in alcuni ambiti la scelta dei materiali, come nel caso dell’illuminotecnica, non sia più guidata soltanto dal parametro della “potenza”, a ragion veduta se vanno contestualmente garantiti standard energetici sempre più alti e consumi prossimi allo zero.
Pietro Li Castri: “Se prima un corpo illuminante veniva identificato con una potenza, con un flusso luminoso riconoscibile, adesso non è più così. Per identificare oggi una plafoniera, non si guarda solo a questo valore, in quanto si può ottenere maggiore luminosità con meno potenza.
Le previsioni della certificazione NZEB in tal senso sono chiare e inducono costantemente i progettisti a ragionare sulle scelte di campo, affinché l’energia richiesta per climatizzare gli ambienti e consentire la vita all’interno di un ospedale, nel caso specifico, sia sempre minore. In questo progetto abbiamo quindi optato per una selezione di prodotti cosicché a parità di luce diminuisce la potenza complessiva prodotta".
Nessuna interruzione: la normativa antincendio e l’approccio prestazionale
Un complesso ospedaliero, per la natura delle sue funzioni, è un sistema che più di ogni altro contesto individua nel “tempo” un fattore determinante. Abbiamo visto come ridurre di qualche metro il percorso tra una degenza e un comparto operatorio può fare la differenza nella cura, e a volte nel salvataggio di un paziente.
Ogni dettaglio fa la differenza, anche nell’ordine dei pochi secondi.
La crisi generata dalla recente pandemia ha messo a nudo diverse falle nella razionalizzazione dei processi operativi. Anche la nuova Normativa Antincendio, entrata in vigore nel 2021 in Italia, ha evoluto i modi con cui approcciare il tema della sicurezza, introducendo una filosofia più votata al raggiungimento di precisi valori prestazionali.
La Arch&Tech ha recepito e immediatamente applicato questo nuovo modello nel progetto della Sibaritide.
Pietro Li Castri: “Fino al 2015 la normativa prevenzione incendi era di tipo prescrittivo: la legge imponeva limiti e prescrizione ben precise (es. il corridoio non può essere più lungo di 30 metri, ndr) e il professionista si “limitava” a verificare che esse venissero ottemperate. Il limite di questo approccio è l’impossibilità di adattare tali limitazioni caso per caso".
L’attuazione di questa metodologia ha di fatto generalizzato l’approccio stesso. Il legislatore è corso ai ripari innestando una valutazione più puntuale di ogni singolo contesto, che muove da una analisi SWOT preventiva, utile al progettista per meglio dimensionare le proprie scelte.
Pietro Li Castri:“Il nuovo codice stravolge la vecchia filosofia. Il professionista è chiamato a fare delle scelte di tipo prestazionale, analizzare il singolo caso, capire i punti deboli su cui intervenire e definire la migliore soluzione per quel preciso tipo di contesto. Questo nuovo dogma ci permette di fare scelte più ardite, sperimentare soluzioni che la vecchia norma non ci consentiva".
Ritorna centrale ancora una volta il concetto di “modulo”.
Samantha Li Castri:"Nella Sibaritide abbiamo adottato la normativa prestazionale".
"L’ospedale deve continuare a funzionare anche durante l’incendio in un reparto, che quindi diventa una zona critica e deve essere immediatamente isolato. I pazienti e gli operatori sanitari dovranno disporre di spazio utile nei reparti limitrofi per continuare ad operare durante l’intervento dei vigili del fuoco. L’ospedale così non dovrà essere evacuato, soprattutto nei suoi reparti più sensibili come le terapie intensive, sale operatorie e sale parto".
L’adozione di questo approccio concorre al raggiungimento di un altro obiettivo, quello della sostenibilità economica. Poter circoscrivere un’area critica limita di fatto l’impatto economico relativo alle attività di ripristino e scongiura l’interessamento di aree più vaste.
La progettazione di un ospedale implica una grande attività di osservazione e comprensione della vita che si svolge al suo interno. “Pensare uno spazio” implica una conoscenza approfondita delle esigenze dei suoi protagonisti. Al contempo risponde a precise prescrizioni e deve coniugare funzionalità ed accoglienza.
Lo studio di un reparto ospedaliero richiede la simbiosi di due figure: l’architetto e l’ingegnere. Se al primo è pressoché demandato il compito di costruire e immaginare visivamente gli spazi e “vestirli” con gusto, al secondo è assegnata la verifica delle funzionalità necessarie affinchè quell’ambiente sia efficiente e operativo (flussi, accoglienza, movimenti degli operatori, etc.).
La commistione di competenze è indispensabile.
L’Arch. Scammacca di Arch&Tech insieme all’Ing. Decimo, esperto in arredi e attrezzature sanitarie, hanno profuso i loro maggiori sforzi per l’ottimizzazione di due fattori:
- il tempo: ogni azione e soluzione che consenta di ridurre i tempi (di esecuzione, di trasporto, di spostamento, di intervento) aumenta la probabilità di sopravvivenza del paziente.
- il controllo: maggiore è il monitoraggio su ciò che accade, minori sono i rischi. Un’infezione, all’interno di un ospedale, è uno dei pericoli più grandi.
Promised Lands: Dunque, come contenere i rischi e controllare una grande comunità che abiterà un edificio di oltre 60.000 metri quadri su più livelli?
Pietro Li Castri: “L’Ospedale sarà implementato di un Real Time Position: tutti gli asset, ovvero pazienti, visitatori e operatori sanitari saranno monitorati in tempo reale nella posizione occupata all’interno della struttura".
Promised Lands: Questo cosa comporta in termini tangibili?
Pietro Li Castri: “Due tipologie di servizi fondamentali, sia per il fruitore che per la direzione sanitaria.
Facciamo degli esempi: immaginiamo che un degente si trovi in osservazione in reparto. Sta bene ed è libero di muoversi. Se malauguratamente dovesse accusare un malore, il monitoraggio dell’individuo consentirà di lanciare un allarme immediatamente, conoscere l’esatta posizione del paziente nello spazio, inviare un alert agli operatori più vicini a lui".
Promised Lands: Come avviene il tracciamento?
Pietro Li Castri: “Tramite tag, contenuto nel braccialetto che viene consegnato al paziente in fase di check-in e collegato alla sua cartella clinica. In qualsiasi momento un medico potrà consultare i dati del paziente accostando il proprio dispositivo elettronico al tag, senza doversi spostare di stanza e scongiurando scambi di identità".
“Attraverso un app sul cellulare, un utente può recarsi presso la struttura ospedaliera e consultare il percorso per raggiungere il reparto. Potrà monitorare il proprio turno di visita ed essere notificato in caso di specifica richiesta del medico che intende convocarlo per commentare il responso di un esame".
Questo sistema di gestione dati eredita una tecnologia presente nel settore della logistica e tracciamento delle merci. Più nello specifico la Arch&Tech ha intrattenuto costanti contatti con una startup torinese che avrà il compito di sviluppare un data center e realizzare gli opportuni adattamenti per il contesto della Sibaritide.
Ma per comprendere le sue potenzialità trasposte al settore sanitario, ascoltiamo un ulteriore esempio di applicazione.
Pietro Li Castri: “Non saranno tracciati soltanto operatori e pazienti. Una barella, una volta sanificata, verrà registrata come tale. Nel caso in cui un operatore sanitario dovesse utilizzarne una non ancora sterilizzata, il sistema centrale impedirà automaticamente l’apertura porte dei reparti sensibili e delle sale operatorie, al fine di scongiurare che quella barella possa generare contagi e infezioni.
Non solo. Grazie alla “Spaghetti’s analysis” potremo monitorare esattamente i percorsi di “persone” e “cose” tramite dei vettori rappresentati a forma di spaghi. Questo ci consentirà di effettuare delle valutazioni ex post sulle distanze percorse e ipotizzare migliorie tra i reparti. Ma cosa ancora più importante, in ottica epidemiologica, se un paziente a posteriori risulterà affetto da malattia infettiva, potremo risalire ai luoghi a cui ha acceduto e alle persone con cui è potenzialmente entrato in contatto".
Approccio olistico per grandi responsabilità
Il campo delle applicazioni è sterminato quanto affascinante perchè attinge, come abbiamo visto, anche ad altre discipline, ereditando le virtù e mettendole a servizio delle specifiche esigenze di settore.
Non a caso il modus operandi di Arch&Tech si ispira a una filosofia inclusiva, che non verticalizza su poche e specifiche competenze, bensì propone una visione “aperta” dell’architettura, che collabora e interagisce sinergicamente con tutte le parti in causa nel campo della progettazione.
L’obiettivo predominante in Arch&Tech è governare una visione quanto più globale del progetto, non settoriale, disponendo di tutte le specializzazioni all’interno della propria compagine.
Aver operato sin dagli albori nel settore ospedaliero ha marchiato a fuoco un team che unisce stile, architettura e ingegneria, in tutte le loro accezioni, in un rapporto simmetrico e bilanciato.
D’altronde, come ci hanno raccontato i nostri interlocutori sin qui, l'edilizia sanitaria non lascia particolare sfogo all’immaginazione. Negli ospedali sono presenti problematiche delle più svariate tipologie. Un ospedale che non funziona mette a rischio la vita del paziente. La forte responsabilità in tal senso ha indotto questo studio a governare tutti gli aspetti di un progetto complesso e a determinarne priorità e incidenze.
Il ruolo dell’architettura è importante soprattutto in fase di ascolto delle esigenze. In questa attività maieutica nei confronti del cliente finale, la “funzione” costituisce il baricentro dell’approccio generale.
Tuttavia lo stile e le caratteristiche che determinano l’impatto visivo di un’opera architettonica risultano altrettanto fondamentali, ancor più in un contesto in cui i degenti convivono quotidianamente con una fragilità psicologica.
Il settore ospedaliero a tal proposito strizza sempre più l’occhio al settore alberghiero.
L’impatto dello spazio sull’individuo determina sempre più il livello di gradimento e comfort.
Ne consegue un livello di attrattività che nei poli ospedalieri orienta l’assegnazione dei fondi ministeriali, sulla base dei monitoraggi effettuati dell’A.Ge.Nas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
L’attrattività e l'accoglienza sono temi cardine della materia sanitaria e l’architettura si pone come principale strumento di governance.
Rivestimenti, ridistribuzioni spaziali e una carezza al paziente
Tra forma e funzione, tra pragmatismo e razionalità, a questo punto della conversazione chiediamo all’Arch. Samantha Li Castri di illustrarci ulteriori punti salienti della progettazione esecutiva, in cui lo studio è stato direttamente chiamato in causa.
Samantha Li Castri: “Un primo step da cui siamo partiti è stato l’individuazione di materiali sanificabili, facilmente pulibili. Oggi molti tra quelli presenti nel mercato sono antibatterici. In tal senso nei controsoffitti abbiamo rintracciato soluzioni certificate CAM".
"Nei rivestimenti a parete abbiamo optato per un rivestimento prodotto da VESCOM. Si tratta di un tessuto spalmato, ovvero teli apposti a muro e poi saldati. E’ un polimero che rende l’effetto di una carta da parati e viene stabilizzato con una pellicola antibatterica. In caso di strappo del tessuto, si può intervenire rattoppando velocemente la sola porzione coinvolta. L’estetica è garantita e non si pone quindi il problema di tinteggiare l’intera parete".
Promised Lands: Parliamo di piano colori. Come vi siete approcciati al contesto mediterraneo della Sibaritide?
Samantha Li Castri : “In teoria ogni città dispone del proprio piano colore. Dove si ha la libertà di scegliere, noi cerchiamo di armonizzare il colore dell’opera con il contesto. Nella piana di Sibari c’è molto verde oltre al mare. In fase progettuale ci siamo orientati sul color “champagne”, una via di mezzo tra il bianco e il giallo. Tuttavia in fase di realizzazione ci riserviamo la possibilità di rimodulare le nostre previsioni iniziali sulla base di approfondimenti e prove sul campo".
Promised Lands : Tra i vari livelli dell’edificio sono dislocate degenze, sale operatorie, uffici e locali di servizio. Considerato l’involucro già realizzato, in che modo siete intervenuti nella distribuzione delle funzioni?
Samantha Li Castri: “Al piano seminterrato, il più coinvolto dalle modifiche, abbiamo “giocato” a tetris ed effettuato i principali spostamenti. Questa è la naturale conseguenza dell’adeguamento dell’originario pronto soccorso in “Pronto Soccorso Covid”. Le nuove disposizioni in materia ci hanno obbligato ad un lavoro certosino in cui spazi, flussi e percorsi sono stati rivisti e rimodulati, generando a cascata le relative modifiche al comparto impiantistico".
"Al livello 2 abbiamo avvicinato il reparto ostetricia a ginecologia. Non potevano rimanere scollegati, soprattutto alla luce dei continui spostamenti che il personale sanitario effettua tra queste unità funzionali.
Siamo intervenuti anche nelle sale operatorie. Il progetto originario prevedeva la preparazione del degente in corridoio. Per la nostra esperienza maturata, l’avvicinamento del paziente all’operazione è un momento molto delicato e merita un’intimità che abbiamo garantito rivedendo la forma, dedicando un apposito spazio per la preparazione all’intervento".
L’ausilio della tecnologia nella progettazione
Definire proposte progettuali nell’ambito dei grandi sistemi infrastrutturali non è un mestiere semplice. Governare migliaia di dati e affrontare le complessità in modo organico richiede particolari doti di sintesi, che consentano alle soluzioni tecniche e architettoniche di essere comunicate.
La tecnologia BIM (Building Information Modeling) in tal senso ha rivoluzionato il settore della progettazione offrendo agli studi un potente strumento per riassumere graficamente le idee. I progettisti oggi utilizzano il BIM per creare modelli digitali tridimensionali che integrano informazioni dettagliate su ogni aspetto di un edificio, dalla struttura all’impiantistica.
Anche nella riprogettazione lampo della Sibaritide, il BIM ha assistito i progettisti nell’analisi e nella simulazione, garantendo “qualità” nelle scelte nonostante il poco tempo a disposizione imposto dalla Regione Calabria.
Promised Lands : Come interviene questo tipo di tecnologia nel vostro processo creativo?
Pietro Li Castri : “Il BIM è uno strumento potente, che ti permette di vedere ciò che prima dovevi immaginare. Da solo non risolve il progetto. Scegliere come e dove dislocare gli spazi, concepire i percorsi, sono scelte “umane”. Serve sempre la carta, il 2D, il CAD".
"Tuttavia nel progetto della Sibaritide ci ha aiutato molto a velocizzare le fasi di lavoro".
"Il normale flusso di una progettazione non è in linea retta. Si procede in avanti per poi tornare indietro e quindi ripartire in avanti.
Il processo di affinamento delle soluzioni progettuali contempla spesso il vaglio di proposte e revisioni continue. Nel progetto della Sibaritide il tempo per seguire questo processo non c’era".
"Abbiamo fatto ricorso a tutte le nostre competenze ed esperienze per dare il meglio di noi stessi. E ci impegneremo con la stessa intensità e dedizione per assistere tecnicamente la D’Agostino Costruzioni Generali non appena riceveremo il via per ripartire”.