La difficile arte della memoria
Quando si decide di accettare la sfida della progettazione di un memoriale dedicato a una tragedia, si accetta anche il rischio di muoversi su un terreno particolarmente insidioso, dove scivolare nell’iperbole, nel melodramma o peggio nella caricatura di un un dolore così profondo.

Non sono caduti in questa trappola gli architetti dello studio etiope Alebel Desta Consulting Architects and Engineers quando hanno progettato il parco commemorativo per le vittime del volo ET-302, precipitato (per un incidente) il 10 marzo 2019, mentre volava dall’aeroporto internazionale di Addis Abeba a quello di Nairobi in Kenia.
Il parco è un tributo significativo alla tragedia di 157 persone in tutto il Mondo e racconta la storia degli ultimi momenti del volo, intrecciando la narrazione dell'incidente nel suo design, guidando i visitatori lungo percorsi che conducono al sito dell'incidente, al luogo di sepoltura e alle aree di riflessione, guarigione e connessione.
Ci sembra che la Terra d’Etiopia abbia in qualche modo accolto materna le vittime, non solo per le geometrie del memoriale, ma anche per la sua perfetta integrazione con l’ambiente circostante.
Il progetto si basa su tre principi guida: l'Assenza (che riflette la perdita), la Rivelazione (che svela la storia dell'incidente) e la Guarigione (che fornisce conforto). Al centro del memoriale ci sono il luogo dell'incidente e il terreno di sepoltura, entrambi trattati con cura solenne.
Un percorso principale dall'ingresso sud-ovest racconta gli ultimi sei minuti e quarantaquattro secondi del volo, guidando i visitatori passo dopo passo verso un suggestivo monumento composto da quattro strutture inclinate in cemento rosso terra che segnano simbolicamente gli ultimi momenti e onorano le vite perse.

Un tracciato secondario da nord-ovest offre un approccio più contemplativo al monumento, mentre altri percorsi conducono all'anfiteatro, allo spazio di raccolta e al giardino roccioso. Il campo di sepoltura, un cerchio sacro di 28 metri di diametro conservato allo stato naturale, è circondato da una passerella in cemento e da discrete rotaie in acciaio inclinate che creano un confine rispettoso.
Al centro del memoriale si trova il monumento principale, che segna il luogo esatto dell'incidente. Quattro forme scultoree, ognuna delle quali rappresenta l'Africa, l'Europa, il Nord America e l'Asia in altezza decrescente, si ergono dalla terra con texture ispirate all'architettura rocciosa dell'Etiopia e alla Rift Valley.


Sotto queste superfici ruvide, targhe delle dimensioni di un finestrino di un Boeing 737 MAX elencano i dettagli delle vittime per continente, mentre piccoli cubicoli invitano alla contemplazione privata.
Il monumento incorpora perfettamente il cratere riempito nel paesaggio, con tetti verdi che fondono le strutture nell'ambiente. Una attenta gestione dell’acustica permette alle voci dei visitatori di riecheggiare, simboleggiando l'impegno del monumento con la memoria collettiva, mentre quattro percorsi a raggiera ne estendono la narrazione.
Il Monumento della Guarigione, situato tra la struttura dell’Asia e quella dell’Africa, sul percorso che conduce all'anfiteatro, è una scultura in acciaio corten che evoca grazia aerodinamica e resilienza.
La sua superficie, segnata da perforazioni circolari che filtrano la luce come raggi di speranza, è caratterizzata da dettagli di rivetti che ricordano la costruzione di un aereo. Ancorato su una fondazione a forma di L e circondato da una passerella circolare, si collega visivamente al resto del sito e simboleggia forza e rinnovamento.
L'anfiteatro offre sei piattaforme concentriche a gradoni; con una capienza di oltre 360 persone, la sua piattaforma circolare centrale è progettata per discorsi, spettacoli e cerimonie commemorative, favorendo la connessione e il ricordo della comunità.

Un giardino roccioso si trova lungo l'asse tra i monumenti africano ed europeo. Originariamente destinato a essere un giardino fiorito, è ora caratterizzato da grandi pietre erette di provenienza locale che creano uno spazio tranquillo e meditativo. Due sentieri concentrici si snodano tra le pietre, invitando i visitatori a rallentare, riflettere e connettersi con la natura duratura della memoria.

L'edificio dedicato agli spazi di servizio è perfettamente integrato nel paesaggio vicino all'ingresso principale, comprende un parcheggio per oltre 30 veicoli, ombreggiato da pannelli solari, punti di sicurezza e residenze per i custodi.
Due ali, una con magazzini, sale polivalenti e servizi per gli uomini e l'altra con servizi igienici per le donne e accessibili, alloggi per i custodi e servizi essenziali, sono collegate da un atrio centrale e da una copertura in acciaio corten.
Pannelli in lamiera stirata avvolgono le ali, migliorando la privacy e rafforzando l'estetica naturale del progetto. Le pareti che conducono al monumento mostrano targhe che documentano la creazione del sito e i contributi di coloro che vi hanno partecipato.
Infine, il progetto paesaggistico complessivo del monumento riflette l'ondata dell’incidente; con prati verdi, aree boschive, gruppi di piante, elementi in pietra e spazi aperti pavimentati, il progetto richiama le geometrie dell’agricoltura locale. I tetti verdi del monumento e degli edifici della struttura si fondono con il sito, mentre gli alberi autoctoni e le circa 120.000 piante diverse forniscono valore ecologico e continuità visiva, assicurando che il parco rimanga un tributo unitario e riflessivo alla perdita, alla resilienza e alla speranza.