Se sei mesi vi sembran pochi
Abituati nel nostro Paese ai consueti tafazzismi (a volte anche giustificati), per una volta riportiamo un caso di successo, tra l’altro ottenuto in un’opera dalla valenza particolarmente simbolica come la costruzione del nuovo Cortina Olympic Village di Milano.
Con sei mesi di anticipo, l’impresa incaricata dal Fondo Immobiliare Coima , ha concluso la costruzione delle sei palazzine del Vilaggio Olimpico, progettate dallo Studio statunitense SOM; ancora maggior valore se si considera che l’intervento è stato ottimizzato per favorire la conversione, appena terminate le Olimpiadi invernali, delle strutture nel più grande studentato convenzionato d’Italia con 1.700 posti letto a cui si affiancheranno anche 320 unità abitative in edilizia sociale o convenzionata.
Sin dall’inizio, in collaborazione con Fondazione Milano Cortina 2026, il Villaggio, progettato dallo Studio di Architettura Skidmore, Owings & Merrill – SOM , è stato concepito tenendo conto della configurazione post Olimpiadi, rendendolo di fatto uno tra gli interventi di riconversione più rapidi nella storia degli eventi temporanei.

La priorità è stata posta sull’integrazione nel futuro quartiere di tutti gli spazi fisici, i servizi e gli allestimenti progettati per gli atleti, minimizzando così i lavori di riconversione in strutture permanenti e i relativi impatti ambientali, al fine di massimizzare la sostenibilità del progetto nel suo complesso, mantenendo una elevata qualità di progettazione. In particolare, i circa 10.000 mq adibiti a servizi per gli atleti – che comprendono spazi dedicati a palestra, coworking, ristorazione e strutture medico-sanitarie – saranno destinati a servizi privati di interesse pubblico o generale che possano contribuire all’attivazione del quartiere e dello studentato.

Gli spazi a verde pubblico e attrezzato adiacenti all’area del Villaggio Olimpico sono stati progettati dall’architetto Michel Desvigne , in coordinamento con il masterplan generale di Outcomist, la cui parte paesaggistica è curata dall’architetto Elizabeth Diller .
Secondo il progetto di SOM, l’intervento innanzitutto per diventare parte integrante del tessuto urbano di Milano,e comprende un insieme di spazi verdi pubblici, la trasformazione di due strutture storiche e sei nuovi edifici residenziali che serviranno gli atleti olimpici nel breve periodo. Il parco e gli edifici della ferrovia vicino alla Piazza Olimpica saranno utilizzati per alloggi a prezzi accessibili; la Piazza del Villaggio Olimpico diventerà una piazza di quartiere, con negozi, bar, ristoranti e caffè previsti al livello della strada, oltre a spazi all'aperto per mercati agricoli e altri eventi comunitari.
Situato sul sito dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, il villaggio adotta il ritmo del paesaggio stradale della zona, creando un blocco urbano poroso con una varietà di nuovi percorsi pubblici e connessioni a ulteriori componenti del piano regolatore. In tutto il villaggio, gli spazi al piano terra ospiteranno una serie di punti di riferimento culturali ed economici che serviranno sia i residenti che i visitatori, migliorando l'arazzo di esperienze a livello di strada che definiscono il paesaggio urbano di Milano.
Per forma, scala e materiali, i nuovi edifici si ispirano agli edifici storici della città. L'architettura è definita da sobrietà e chiarezza espressiva, pur utilizzando metodi di costruzione contemporanei a basse emissioni di carbonio. Un design modulare, pannelli prefabbricati per le facciate e una sequenza costruttiva snella riducono significativamente il carbonio incorporato nella costruzione.

Al livello del suolo, gli spazi commerciali e comunitari sono progettati con la flessibilità necessaria per adattarsi a usi diversi nel tempo, proprio come i palazzi storici di tutta Italia sono stati adattati nel corso dei secoli. In alto, scenografiche terrazze ombreggiate da piante verticali fungono da ponte tra gli edifici, diventando spazi di aggregazione e aule di studio all'aperto per gli studenti e conferendo un senso di energia e vita a ogni livello. Le piantumazioni integrate e i cortili-giardino forniranno spazi esterni rigeneranti per gli studenti residenti, contribuendo al contempo alla resilienza climatica del quartiere.