50 metri di puro (o quasi) legno

Già la definizione dell’acronimo dello studio parigino che ha progettato la Torre Wood UP, ci da un’indicazione sulle logiche progettuali che ne incarnano l’attività: LAN, che sta per Local Architecture Network.
In effetti, l’inserimento della torre all’interno del lotto B1A3 del colossale progetto di sviluppo urbano denominato Paris Rive Gauche, che copre l'intero lato orientale del 13° Arrondissement, poneva importanti problemi non solo a livello di ricucitura urbana, ma anche di relazione con le altre strutture (di scala quasi urbanistica) destinate a sorgere in zona.
Il progetto Paris Rive Gauche ha, infatti, l’ambizioso obiettivo di stabilire connessioni e continuità tra i quartieri del 13° Arrondissement e la Senna, e tra Parigi e Ivry-sur-Seine.
Per organizzare queste connessioni su un territorio così complesso, il progetto urbanistico propone di appoggiarsi all'infrastruttura stradale per far emergere, nel settore Massena-Bruneseau, un quartiere che innesterà un nuovo paesaggio urbano metropolitano lungo la Senna.
Dato che beneficia di una posizione eccezionale sulla Senna, il lotto B1A3 è un punto chiave di questa nuova urbanità e sarà sede della torre abitativa progettata da LAN, iun edificio n legno alto 50 metri.

Per LAN, aver progettato un edificio in legno ha significato soprattutto studiare un'intelaiatura strutturale in grado di corrispondere al suo programma funzionale. In questo caso, l'intelaiatura dell'edificio è definita in relazione alle dimensioni delle abitazioni; la strategia è quella di comporre con una dimensione di 3,90 metri per adattarsi facilmente a qualsiasi tipo di abitazione.

A ciò si aggiunge la volontà di suddividere i livelli per rafforzare l'idea di doppia scala. L'edificio sembra essere di otto piani perché i livelli di soletta leggibili appaiono solo ogni due livelli.
Per ricomporre il dialogo con i tetti di Parigi (obiettivo questo quasi romantico, degno della Ville Lumière), il volume del progetto si apre alla città attraverso la creazione di uno spazio comune all'8° piano.
Questo spazio gode di una vista sulla città e fornisce servizi comuni alle 105 unità abitative, tra cui cucine e terrazze condivise, dotate di arredi flessibili e mobili.
Una delle questioni urbanistiche è anche la gestione dell'importante dislivello (circa 7 metri) tra il Quai d'Ivry e il piano terra accessibile attraverso il Boulevard General Jean Simon.
Sul lato del Quai d'Ivry, la facciata a doppia altezza di una sala da arrampicata occupa l'intera larghezza del lotto; poco profondo, questo spazio è interamente destinato all'ingresso della sala e si estende in un mezzanino (al piano terra + 1), dove si concentrano le aree di arrampicata.
L'importante patio di 650 m2 dedicato a questa attività, che dialoga con le unità abitative del primo piano grazie alla sua doppia altezza, si apre sia sul viale sia sul lotto, rafforzando così la sua attrattività e l’apertura verso il quartiere.
Al centro del basamento, la sala si collega al percorso esterno coperto, che collega il lotto agli edifici adiacenti in caso di allagamenti.

Un ingresso secondario dà l’accesso diretto agli alloggi; in questo modo, l'atrio degli alloggi, l'area del ristorante e le unità abitative del primo piano formano una base commerciale omogenea, il cui principio è quello di estendere la strada attraverso la trasparenza.
La trasparenza, infatti, è anche il tema dominante della facciata. Generalmente protetta e nascosta, la struttura in legno è stata invece volutamente esposta dagli architetti di LAN. È interamente incapsulata in vetro per renderla visibile. Solitamente opaco, il legno diventa riflettente grazie al suo strato protettivo.