Dove le chiese crescono
Appollaiato sulle falde di una collina e con alle spalle una foresta intatta di alberi decidui; il nuovo edificio di culto della comunità di Julon esce per collocazione e ambiente naturale dall’idea che tutti ci siamo fatti della Cina moderna (caotica, in via di forte urbanizzazione, inquinata).
Un’idea non così peregrina per la verità dato che Julong è una città satellite del megacomplesso di Quanzhou nella Cina orientale, una metropoli di quasi 9 milioni di abitanti, per avere un metro di paragone la popolazione delle prime 10 città italiane assieme; ma appena fuori dal coacervo di edifici, la Cina rurale riserva ancora grandi sorprese.
La chiesa, progettata su incarico della comunità cristiana locale, è a firma dello Studio Inuce dell’architetto Dirk U. Moench e si compone di due elementi tipologici principali: un basamento a gradoni terrazzati, dove trovano posto tutte le funzioni accessorie della congregazione da cui si stacca la chiesa vera e propria, che impone, con l’elemento verticale della sala di culto, la sua presenza sul territorio circostante (un po’ come i campanili delle chiese europee che dovevano essere viste da lontano).
La navata centrale è immaginata su pianta ovale a ricordare l’archetipo dell’arca; l’elevevazione, realizzata in calcestruzzo ricoperto di pannelli prefabbricati in fibrocemento texturizzato, richiama un abbraccio accogliente, metafora del ruolo della chiesa verso i fedeli.
L'area interna della navata è divisa in due parti: verso la montagna, l'interno della chiesa si apre al panorama montano attraverso grandi finestre, mentre nel lato che prospetta verso la valle, sotto l'ovale a volta, si trova un piazzale modellato sul Paradiso, elemento tipico delle chiese europee del primo Medioevo. È un luogo di ritrovo prima dell'ingresso in chiesa. L'accompagnamento musicale è assicurato da un carillon di campane composto di 37 elementi posto sopra l'ingresso, realizzato da una fonderia tirolese per la giovane congregazione cinese.