Una chiesa fatta di spighe
Letteralmente Frihamnskyrkan, in svedese significa chiesa del porto franco; definizione precisa e cristallina, tipica degli idiomi dei Paesi nordici, dato che la nuova chiesa, progettata dallo studio svedese Edling Oscarson, sorge nelle immediate adiacenze dell’area portuale, fungendo anche da cerniera tra questa e il centro cittadino.
Un volume cubico, estremamente semplice, che ingloba sia gli spazi liturgici sia (nella più classica tradizione pentecostale) le funzioni comunitarie, come ambienti per bambini, per educazione, studi musicali, una caffetteria e addirittura una cucina parrocchiale, pensata per favorire gli scambi interculturali. In copertura trova posto un giardino.
Volume semplice, ma senza dimenticare il simbolismo: la facciata è mossa da una griglia in barre di alluminio che interagiscono con la tessitura muraria finestrata sottostante, con un interessante effetto moiré, ma anche ricordando una fascina di spighe grano, elemento particolarmente potente nella narrazione biblica.
L’elemento superiore della facciata si innesta su un basamento ligneo in cui l’unica indicazione sulla destinazione d’uso dell’edificio è un relativamente piccola foratura a forma di croce. A sua volta questo si stacca da un elemento vetrato, che si sviluppa senza soluzione di continuità su tutti e quattro i lati, che lo collega con il terreno (svolgendo un interessante funzione di inversione percettiva).
All’interno trovano posto tre spazi sacri, il principale fra i quali, una grande sala a doppia altezza, di dimensioni in pianta di 40x40 metri, libero da elementi di sostegno che si sviluppa tra il secondo e il terzo piano, può ospitare oltre 1.100 persone a sedere; interessante anche l’accesso alla sala (tramite una sala curva), immaginato per dare spazio al senso di apertura, sorpresa e meraviglia.
L’intera palette cromatica degli spazi liturgici si articola sulle nuance tipiche del legno nordico, trasmettendo una senso di serenità e accoglienza, sempre così difficile da riscontrare in troppe chiese di moderna concezione.
Nei tre livelli superiori della Chiesa trovano spazio le strutture didattiche e una grande sala polifunzionale, tutte articolate attorno a uno spazio a tripla altezza, che prende luce da un lucernario, e collegate da una scala a chiocciola che si sviluppa in uno degli angoli dell’atrio.
Per sostenere questi livelli superiori e consentire alla sala principale della chiesa sottostante di essere libera da elementi di sostegno colonnari, è stata creata una grande struttura tralicciata che scarica i pesi sugli elementi perimetrali.