Al centro gli studenti (di recitazione)
Costruito in soli due anni dalla londinese Gilbert-Ash, il nuovo Centro delle Arti dello Spettacolo del Bringhton College completa un ambizioso piano di ampliamento e ammodernamento del polo di formazione (durato 15 anni), che ha anche visto la realizzazione della School of Science and Sport di OMA, la Music School di Eric Parry, la boarding house di Allies and Morrison e il blocco didattico di Hopkins.
Un progetto visionario e ambizioso, come ben sottolinea il preside del Bringhton College, Richard Caine: “Grazie a un mix di intenzioni e fortuna, abbiamo creato un vero e proprio parco a tema di straordinaria architettura contemporanea in un contesto gotico vittoriano molto tradizionale. Un numero enorme di alunni è stato ispirato a diventare architetti e ingegneri come diretta conseguenza di ciò che hanno visto svilupparsi qui negli ultimi 15 anni”.
Il Performing Arts Centre è stato progettato dallo studio Krft di Amsterdam che ha vinto la fase finale del concorso di architettura, che ha visto la partecipazione di quattro importanti studi europei (a cui se è aggiunto uno americano); Krft, ha portato il progetto fino alla fase definitiva ed è stato affiancato da Nicholas Hare Architects per la finalizzazione tecnica della progettazione.
Il nuovo edificio, immaginato da Krift, si sviluppa all’interno di un tessuto edificato di matrice neogotica (le attenzioni dovute al rispetto della storicità del contesto hanno creato non pochi problemi alla Gilbert-Ash in fase di esecuzione) e si estende su una superficie di circa 3.000 metri quadrati, con, al centro, un teatro di posa da 400 posti a sedere, completo di tutti gli spazi tecnici e funzionali; attorno al teatro, si organizzano gli spazi didattici del College: vari studi di posa e recitazione, aule per la didattica e una sala teatrale polifunzionale a disposizione degli studenti.
Il tutto caratterizzato, proprio per inserirsi armonicamente (senza però presupposti mimetici) nel tessuto storico, da un volume molto compatto, scandito da interessanti scelte di facciata, volte a ridurne ulteriormente lo spazio visivo, privilegiando la creazione di canali percettivi rivolti alla altre architetture presenti nell’area.
Il Nupvo Centro per le Arti dello Spettacolo ha, infatti, occupato uno spazio incastonato tra l'edificio principale progettato da Gilbert Scott e la Scuola per lo Sport e le Scienze, di recente costruzione.
Gli stilemi architettonici (e la scelta dei materiali) si propongono di distinguere chiaramente l'edificio dagli edifici monumentali, mantenendo al contempo la generazione di nuovi spazi esterni intimi, inseriti in un attento puzzle volumetrico, curato nei minimi dettagli.
Proprio questa opera di ricucitura, ha portato i progettisti a immaginare volumi e funzioni aggettanti dal perimetro di base dell’edificio; in quest’ottica, la sala del teatro è stata rialzata per aprire il piano terra agli spazi sociali. Il risultato è una forma dinamica e scultorea, a richiamare le dinamiche gestuali di un ballerino, rivestita con lo stesso materiale su tutte le facciate e i tetti.
Il design curvo delle facciate in mattoni e selce media tra il monumentale e il contemporaneo in un gioco dinamico di materiali locali e storici.
Gli studi sotterranei, la sala teatrale sopraelevata e gli spazi sociali al piano terra sono tutti connessi da uno spazio interno pubblico volumetricamente articolato, con grandi scale che salgono e scendono, immerse nella luce del giorno. La sala teatrale stessa è una scatola di legno compatta, intelligente e ricca di dettagli, con un oculo di luce naturale che la rende utile anche come spazio di pratica quotidiana.