- INFO POINT
- Di Laura Marcellini
- Dove: Milano
Tris d’assi
Round Table talks
Siamo stati invitati, nel cuore del prestigioso quartiere Magenta a Milano, nello splendido Palazzo Candiani, progettato dall'architetto Luigi Broggi nel 1882, ricco di decorazioni in cotto, a testimonianza dell’attività della famiglia Candiani che da generazioni produceva in questo sito manufatti in fornaci di loro proprietà.
Qui incontriamo Davide Luraschi, che ci ospita nel suo studio, una volta del maestro Gregotti.
Ingegnere e Docente a Contratto dell’area tecnologica presso il Politecnico di Milano e titolare dei corsi di Ingegneria della Sicurezza Antincendio e Ingegneria della Sicurezza Antincendio Avanzati e Fire Safety Engineering, è Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
Con lui Claudio Sangiorgi, amico di ‘vecchia data’, architetto e Docente all’Università di Parma - Dipartimento Ingegneria e Architettura, membro del Royal Institution of Chartered Surveyors e vice presidente del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano; e Massimiliano Pulice, ingegnere, Responsabile Centro di Competenza Rigenerazione Urbana e Infrastrutture e Presidente dell'Advisory Board di RICS Italia.
Con loro abbiamo parlato di un'alleanza, una collaborazione, un fil rouge che collega due associazioni che paiono distinte nei rispettivi profili ma, come leggerete, non lo sono affatto nella loro comune tensione all’eccellenza professionale e al bene comune, e la cui crescente interazione risulta strategica per chi si occupa di patrimonio immobiliare.
Partiamo da RICS, un organismo professionale indipendente istituito con Royal Charter nel Regno Unito e presente in 146 paesi nel mondo.
Attivo da oltre 150 anni, RICS è impegnato a definire e mantenere i più alti standard di eccellenza e integrità, fornendo una consulenza imparziale e autorevole sulle questioni chiave che riguardano le imprese e la società, per gli standard professionali nei mercati immobiliari, nella gestione del territorio e nelle costruzioni.
Insomma, una garanzia di professionalità nel settore immobiliare che conta, solo in Italia, 650 membri tra cui molti Architetti e Ingegneri.
E poi c’è il CIAM Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, continuatore dell'antico Collegio fondato nel capoluogo lombardo nel 1563, che mira ad approfondire e diffondere la cultura degli ingegneri e architetti, in ogni disciplina che influisca sulla trasformazione del sistema uomo/ambiente, in ogni fase dei relativi processi in ogni settore.
In che modo RICS e CIAM possono collaborare?
MASSIMILIANO PULICE
La riqualificazione del patrimonio immobiliare, solo per citare un esempio, è un tema in generale molto sentito da RICS e centrale sul mercato italiano; e che va assolutamente riportato all’attenzione delle Istituzioni: ricordo che ci sono ben tre disegni di Legge fermi al Senato sulla rigenerazione urbana.
Se vogliamo realmente salvare il patrimonio immobiliare storico serve un'alleanza tra pubblico e privato e la nostra sinergica collaborazione può fungere da catalizzatore per le varie forme di partenariato tra questi due ambiti. Ma questo è, come detto, uno dei tanti temi che verranno affrontati da RICS e CIAM.
Come Associazioni, in generale, promuovere la cultura e la conoscenza diventa fondamentale per il raggiungimento di risultati visibili e durevoli.
DAVIDE LURASCHI
L’Italia è il Paese che in Europa ha il maggior numero di edifici storici e vincolati, in cui è sedimentata una cultura e una tradizione, di forme e di tecniche, tali da richiederne un’attenta conservazione con una maggior consapevolezza.
Da Cinquecento anni il CIAM accompagna la figura dell'ingegnere e dell'architetto nel suo vivere quotidiano sia professionale sia extra professionale, perché la cultura non si limita solo alle conoscenze teoriche, pratiche, applicative ma deve trascendere e prescindere da queste.
I RICS hanno una fortissima tradizione nella definizione di standard e noi abbiamo, in alcuni campi (per esempio quello dell’antincendio e della prevenzione e della sicurezza), la possibilità di incidere sullo scenario internazionale proprio su quest’ambito normativo.
CLAUDIO SANGIORGI
Un'associazione come RICS, che raccoglie esperti di progetto a 360°, e un'associazione quale il Collegio, che ha fatto in Italia la storia nel mondo del professionismo, della progettazione, della direzione lavori e dei coordinamenti per la sicurezza di ingegneri e architetti, devono necessariamente stabilire un terreno per delle comuni attività.
Ciò che preme a noi, come Collegio, è la possibilità, per tramite di questa virtuosa collaborazione, di un aggancio con una dimensione internazionale, in un mondo in cui sempre di più il dialogo delle attività professionali e le iniziative imprenditoriali si sviluppano su protocolli, codici, procedure, standard di emanazione sopranazionale e finalizzati alla sostenibilità globale dei processi.
I temi sono dunque vari, dalla sostenibilità, alla prevenzione incendi, al restauro. In quali altri campi potrà spaziare la vostra partnership?
MASSIMILIANO PULICE
Noi ci rivolgiamo ad una platea di tecnici, e lo siamo noi stessi.
Una delle problematiche da affrontare è l’incapacità di comunicare in maniera codificata per il pubblico e per il privato.
E’ necessario trovare uno standard di linguaggio e di termini di riferimento che possa far comprendere il significato di una riqualificazione storica, di un progetto sistemico strutturale, di una nuova pianificazione a chi abbia interesse a investire in Italia.
Tra le varie attività di cui ci occupiamo,all'interno di REC - Real Estate Center, con il patrocinio di RICS, che segue l'iniziativa da oltre 20 anni, c’è l'osservatorio per la performance del pubblico al quale i comuni di tutta Italia partecipano.
E’ un modo per fare cultura, per diffondere nella comparazione lo stimolo a migliorarsi, a portare più in alto l’asticella. Da questo confronto si evidenziano le eccellenze, i comuni più virtuosi.
Da qualche mese poi, entrato in questa nuova realtà lavorativa, mi rendo conto che c'è una eccellenza di persone che lavorano intorno al PNRR e vedo una capacità e un cambio di passo soprattutto da parte delle generazioni più giovani, che mi fa ben sperare un rinnovato sviluppo di tutti i grandi progetti che abbiamo in mente e agli standard che possiamo concorrere a diffondere.
DAVIDE LURASCHI
Tempi e costi sono i fattori dirimenti nel definire un investimento, un’opportunità. In Italia vi sono figure, quali quella del cost-manager, che non conoscono ancora un’adeguata diffusione e, prima ancora, il riconoscimento della loro importanza, cruciale per il successo di iniziative imprenditoriali.
Occorre diffondere una cultura dell’attenzione a questi aspetti di processo, troppo di sovente non correttamente considerati nel nostro Paese; ma un investitore internazionale vuole essere sicuro dei parametri di controllo delle attività su cui “scommette” in termini economici.
In tal senso, la cultura dello standard è fondamentale, anche per costituire dei riferimenti assoluti nel campo della norma e della legge.
CLAUDIO SANGIORGI
L’Università configura dei percorsi formativi che, inevitabilmente, cristallizzano profili superati nel breve dall'evoluzione che, nel frattempo, interviene a livello professionale.
In molti casi, anzi, fotografano una realtà professionale per il futuro dei propri studenti che è quella di qualche decennio fa.
Il mondo delle associazioni può inserirsi positivamente in questa cronica difficoltà istituzionale, di adeguamento al mutare dei tempi (sempre più accelerato) svolgendo un ruolo essenziale e fondamentale nel formare le nuove competenze tecniche richieste dal mercato, quale per esempio il cost manager, per tramite di seminari, convegni, corsi di formazione permanente, quando non veri e propri master.
Ci sono, infatti, figure, sul mercato, richieste dalla Qualità, prima ancora che dalle imprese, gli studi, le società,… per le quali non c'è alcun tipo di formazione; ma questa può avvenire nella prosecuzione della professione.
Parola chiave Internazionalizzazione
CLAUDIO SANGIORGI
Avendo insegnato al Politecnico di Milano per anni, mi accorgo che sempre più l'università si è aperta a un’internazionalizzazione di presenze (ricercatori e visiting professor) e studenti da tutto il mondo.
Questi possono essere da un lato dei portatori di cultura, che regalano al nostro mondo delle sfaccettature e degli angoli visuali diversi, e dall'altro possono costituire poi, un domani, diventati professionisti, dei terminali di una rete di rapporti estremamente importanti e virtuosi che fanno bene al sistema Paese.
Ma le associazioni possono fare anche di più: parlando di giovani e di giovani che vengono dall’estero, possiamo agevolare l'ingresso di questa componente internazionale nelle nostre rispettive professioni; anche perchè quasi sempre hanno competenze e abilità capaci di inserirsi immediatamente nelle nostre strutture organizzative portando positiva innovazione al sistema Paese.
DAVIDE LURASCHI
L'Internazionalizzazione del percorso universitario ma anche della cultura nell'ambito ingegneristico architettonico è di fondamentale importanza, perché se è vero che moltissimi studenti vengono da molti Paesi del mondo, è anche vero che moltissimi nostri studenti, che apprendono da noi, nelle nostre università, il knowhow tecnico, le informazioni e la cultura, li portano all'estero senza più tornare. E questo è un impoverimento e una perdita di risorse imperdonabile.
Dovremmo fare come i grandi innovatori dei secoli scorsi che studiavano in Italia ma poi andavano perfezionarsi e lavorare magari anche all'estero, imparando nuove tecnologie e nuovi approcci e poi tornare in Italia noi per importare quanto appreso, per migliorare il sistema Italia.. vedi ad esempio Quintino Sella o i Falk.
Un’idea, che abbiamo avuto oramai qualche anno fa, è quella di rilasciare un patentino per tutti coloro che invece vengono da noi a professare la loro professionalità e professione, ma che non hanno un titolo riconosciuto in Italia.
Del resto alla sue origini il Collegio degli Ingegneri e Architetti, sotto il governo austriaco e spagnolo, rilasciava i patentini di ingegnere-architetto.
Poi è stato l’Ordine ad occuparsi di questo; ebbene noi vorremmo ripristinare questo patentino di riconoscibilità: di un minimo comune denominatore di cultura e capacità tecniche e tecnologiche, riconoscibili e da riconoscersi anche a quegli studenti che magari hanno fatto un semestre, un trimestre, una laurea magistrale nelle nostre Scuole e che scelgono di fermarsi a lavorare da noi e che viceversa sono ancora considerati, per una sorta di antico provincialismo, ‘sospetti’.
Si quindi all’'internazionalizzazione dei nostri processi, dei nostri standard e con un'attenzione molto importante all’esaltazione della nostra cultura, della nostra capacità dei nostri termini.
MASSIMILIANO PULICE
Concordo pienamente con Claudioe Davide: l’internazionalizzazione è uno stimolo a fare meglio e a diffondere la nostra cultura anche agli altri.
L’evolvere delle professioni porta ad esempio il mercato a ricercare da anni project manager; ma in Italia questa figura non è tuttora ben focalizzata a livello di percorsi formativi.
E’ necessario portare in Italia un linguaggio e degli standard internazionali che ci permettano finalmente di definire quelli che sono i requisiti migliori di ruoli nuovi che oggi noi non abbiamo all’interno delle università.
Un’altra figura importantissima, in questo settore delle intraprese immobiliari, è quella già citata da Claudio e Davide in precedenza, del Cost Manager: non è possibile non costruire da subito, in modo solido e fondato, l’idea dei costi di progetto, di realizzazione, di manutenzione e non avere un business plan dal quale scaturiscano le prime discussioni con l'investitore, con gli stakeholder.
DAVIDE LURASCHI
Anche la filosofia è qualcosa cui dovremmo dedicare attenzione e che, almeno a noi ingegneri, non viene normalmente insegnata durante l'iter accademico, non viene spiegata; in realtà in altre parti del mondo nel curriculum formativo dell’ingegnere vi sono dei corsi di studio di Filosofia economica. Al Politecnico è stato introdotto un corso, di 6 crediti, è un inizio. Perché prima del sapere come fare, occorre saper cosa fare e soprattutto perché lo facciamo; sempre pensando al bene comune a livello globale.