- INFO POINT
- Di Silvano Lova
- Cosa: MIND Innovation District
- Dove: Pero
- Stato: Progetto
A spasso per MIND, la Milano del futuro
Edilizia ResidenzialeSembrava un’operazione impossibile: riconvertire in tempi brevi un’area di dimensioni gigantesche, la stessa che sette anni fa ospitò Expo 2015.
Un sito di un milione e 200mila m2 di superficie: una delle più imponenti trasformazioni urbanistiche d’Italia. Una sfida da far tremare le vene e i polsi, perché in breve tempo occorreva definire ruoli, individuare funzioni, trovare investitori, costruire un’operazione finanziaria del valore di miliardi. Ci vorranno ancora anni, ma le basi ci sono e sono più che solide.
Qui a Mind, Milano Innovation District, il rapporto tra pubblico e privato pare aver funzionato e dato buoni risultati. L’ex sito di Expo, tra qualche anno, sarà infatti un nuovo polo attrattore della Milano policentrica che si sta sviluppando, frutto, in questo caso, della partnership di Arexpo, la società pubblica proprietaria dell’area che in questa operazione ha investito 2miliardi, e Lendlease, la società internazionale di sviluppo immobiliare autrice di numerose e importanti operazioni di trasformazione urbana, che di miliardi ne ha messi a disposizione 2,5 e che cinque anni fa si è aggiudicata per 99 anni la concessione dell’area. Su 335mila m2 di superficie sorgeranno alcune importanti funzioni pubbliche - lo Human Technopole, il nuovo ospedale Galeazzi, il campus universitario della Statale – e private.
Accanto a queste, su 480 mila m2 di spazi privati, verranno realizzati, in due differenti comparti il Mind Village e il West Gate, uffici, residenze, negozi, spazi pubblici e verde.
Tanto verde.
Le attività già insediate
La costruzione del nuovo ospedale Galeazzi è stata la prima operazione ad essere avviata e tra le prime a concludersi: a settembre infatti è prevista l’inaugurazione del nuovo nosocomio (16 piani fuori terra, 94 metri di altezza; progetto Binini & Partners), che a regime ospiterà 600 posti letto, 32 sale operatorie, un auditorium per 500 persone.
Più a sud sta prendendo forma lo Human Technopole, un’infrastruttura di ricerca di livello nazionale, in parte già attiva, che si occuperà di ricerche per le scienze della vita.
Il campus occuperà una superficie di circa 30mila m2 e si compone di tre edifici esistenti - Palazzo Italia, Padiglione Nord, Padiglione Sud - gli Incubator Labs e un edificio di nuova costruzione, il South Building, che sarà completato entro il 2026.
A regime, Human Technopole impiegherà fino a mille scienziati in diversi campi, tra cui biologia, bioinformatica, chimica, ingegneria, fisica, matematica, scienze della salute, studi computazionali e informatica, che lavoreranno su temi di ricerca di rilevanza biomedica.
Attualmente vi lavorano oltre 100 tra ricercatori e personale di supporto. A sud dell’Albero della Vita, sorgerà il campus universitario della Statale: qui si trasferiranno diverse facoltà scientifiche attualmente funzionanti nella zona est della città.
Il nuovo polo universitario, il terzo dopo le sedi di via Festa del Perdono e di Città Studi, si estenderà su oltre 190 mila m2 e ospiterà più di 23 mila persone, di cui circa 18-19 mila studenti.
Il progetto ( Carlo Ratti Associati) ripropone lo schema delle corti delle università italiane: un campus 2.0. Il tutto dovrà essere pronto alla fine del 2025.
Il masterplan firmato Mario Cucinella
Pochi giorni fa Lendlease, il gruppo internazionale di real estate e rigenerazione urbana, ha presentato i contenuti del masterplan dell’intera area, che porta la firma di Mario Cucinella Architects, e i primi render dei cinque lotti del West Gate, la cui progettazione è stata affidata a diversi architetti italiani e stranieri.
Il masterplan (il gruppo di lavoro, oltre che da MC A, era composto da LAND di Andreas Kipar, Systematica e Arup), parte dalle peculiarità del sito: un'area, come noto, fortemente infrastrutturata.
Il progetto di Cucinella fonda le sue radici sulla creazione del Common Ground: un unico grande elemento di collegamento verde che attraverserà l’intero distretto, di dieci metri di altezza, capace di connettere tra loro residenze, uffici, negozi e spazi pubblici.
Uno spazio condiviso, dove natura e fabbricati saranno un’unica cosa. I dieci metri di verde terranno insieme tutti gli edifici, li attraverseranno e renderanno omogenea e continua tutta l’area di Mind. Su questo spazio poggeranno gli edifici, con i loro diversi linguaggi dell’architettura. Il Common Ground sarà il vero cuore di Mind.
Hall, laboratori, ristoranti, bar, meeting room, piazze, trasparenze, luoghi di incontro informali, alberi, parchi, spazi dello sport, edifici per la ricerca e l’innovazione offriranno il significato della città contemporanea: un ecosistema urbano.
Il Mind Village
Nella zona centrale dell’area verrà realizzato il Mind Village: su parte di questa troverà spazio il quartier generale di Federated Innovation, il network di aziende - a oggi sono 37 - che lavoreranno assieme per sviluppare progetti innovativi.
Nell’elenco figurano nomi importanti dell’economia italiana: Eni, Novartis, Cisco, A2A, Enel X, Eon e Bracco.
Il West Gate
Se per l’avvio dei lavori del Mind Village occorrerà attendere ancora qualche tempo, per il West Gate, il quartiere che sorgerà a cavallo tra i due comuni di Milano e Rho e prossimo alle stazioni ferroviaria e metropolitana, alcuni giorni fa sono stati presentati sia il masterplan complessivo di Milano Innovation District sia i primi progetti.
Si tratta di cinque lotti di 150mila m2, che saranno pronti alla fine del 2024. Qui, troveranno posto residenze, hotel, uffici, un hub della mobilità e l’Innovation Hub.
Su questa prima area, parte di un comparto di 300mila m2 di superficie, Lendlease costruirà un quartiere che punta all’innovazione e alla sostenibilità.
Sarà - affermano i project manager della società di sviluppo australiana - un centro di sperimentazione di soluzioni “eco” e digitali, che risponderanno agli standard di certificazione ambientale Leed Platinum, Well Gold e WiredScore Platinum.
Nel nuovo quartiere non è previsto l’impiego di combustibili fossili e l’alimentazione sarà al 100% da energia rinnovabile.
Lendlease ha affidato a diversi studi la progettazione dei singoli fabbricati.
Qui sorgeranno architetture iconiche destinate a uffici, residenze e retail. Particolare inedito per le nostre latitudini sarà la modalità di accesso alle abitazioni: per Mind, Lendlease ha scelto la modalità del build-to-rent.
Gli uffici saranno ospitati in due edifici, Zenith e Horizon, entrambi realizzati in legno, che in superficie valgono 50mila m2. Sono due palazzi gemelli, progettati da Piuarch e dallo studio inglese Waugh Thistleton Architects, specializzato nella progettazione di edifici pluripiano in legno.
Con i suoi 13 piani fuori terra e i 56 metri di altezza, Zenith sarà l’edificio in legno più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa. Il Mobility Hub (o MoLo) è un edificio mixed-use che in tremila m2 di retail ospiterà laboratori, uffici e un parcheggio multipiano da 1.500 posti auto. Progettato da Andrea Nonni, MAD architects, Open Project e Progeca, la denominazione sta per Mobility and Logistic hub.
Sarà una cerniera di connessione con le principali infrastrutture della mobilità sul lato dell’area in comune di Rho: un’architettura-infrastruttura a servizio del sito. Oltre al parcheggio, l’edificio ospiterà anche una centrale impiantistica per l’intero West Gate, un supermercato al piano terra, uffici nella parte a sud e laboratori all’ultimo piano.
L’Innovation Hub sarà il primo edificio che si vedrà arrivando in West Gate. Disegnato dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi di OBR, è stato pensato come il manifesto di una rinnovata sensibilità ambientale e sociale carbon zero, riunendo attività educative, creative, culturali e di ricerca. Sarà uno spazio pubblico, accessibile e aperto, sempre vivo e vissuto all’insegna della sperimentazione e dell'inclusione. Le residenze, infine, sono state progettate dallo studio Peluffo & Partners Architettura. Rifacendosi ai maestri dell’astrattismo comasco e ai più importanti sviluppi residenziali milanesi degli anni Cinquanta, i 400 appartamenti previsti sono pensati per rispondere alle nuove esigenze del vivere: diverse aree e spazi comuni a disposizione degli utenti, luoghi d’incontro, aree verdi, un nuovo modo di vivere la casa che diventa sempre più luogo ibrido del fare.
Promisedlands visita Mind
Pochi giorni prima della presentazione dei progetti, PromiseLands in esclusiva ha visitato il sito di Mind, per fare il punto del lavoro svolto e per capire la filosofia di un operatore molto particolare qual è Lendlease. È un tour tra ciò che resta (poco) di Expo2015 e di ciò che avverrà, di qui a breve, su questa enorme area. Un tour guidati da Giorgio Fainello, senior project & construction manager di Lendlease.
Un tecnico con una quarantina di anni di esperienza sulle spalle, maturati nei cantieri di tutto il mondo: dall’Africa al Medio Oriente all’Asia. Una conoscenza operativa enorme, accompagnata da una cultura tecnica contemporanea.
Un tecnico a tutto tondo, con cui si discute e si apprende allo stesso tempo. La chiacchierata con Fainello parte da una peculiarità di questo intervento.
“A differenza di altri sviluppatori, noi qui a Mind ci rimarremo per 99 anni, tanti sono quelli della concessione che Lendlease si è aggiudicata vincendo la gara. Anzi 97, perché due sono già trascorsi dal momento della firma del contratto”.
L’altra peculiarità sta nel mix di funzioni che si andranno a insediare su questa enorme area. “Avremo un po’ di tutto - continua Fainello -. Residenze, uffici, negozi, laboratori, parcheggi, tanto verde.
"Ospitiamo la nuova sede del Galeazzi, avremo la sede di Human Technopole, il nuovo centro italiano sulle Scienze della vita. A breve inizieranno i lavori del campus della Statale di Milano, con cui stiamo collaborando nonostante non sia all’interno della nostra concessione.Questo sarà il luogo dell’innovazione, della ricerca e del trasferimento tecnologico".
Demolizioni al top
In questi mesi, il lavoro dello sviluppatore si è concentrato soprattutto sulla demolizione dei padiglioni e dei cluster di Expo rimasti e della tensostruttura che accompagnava tutto il Decumano.
“In piena pandemia ci siamo trovati a demolire una serie di padiglioni e di cluster rimasti in piedi. Si è trattato di una demolizione particolare, dove abbiamo operato il massimo recupero dei materiali: legno, acciaio, cemento, vetro, alluminio".
"È stato uno sforzo enorme.
Abbiamo recuperato, per essere poi reimpiegato, il 98,5% del totale dei materiali. Insomma, abbiamo ridotto l’impatto ambientale di ogni singolo componente".
"Abbiamo operato una decostruzione selettiva, altamente meccanizzata. I cumuli che si vedono sul lato a sud del Decumano provengono dalla demolizione degli edifici e delle loro fondazioni, che sono stati prima deferrizzati e frantumati con l’impiego di un impianto mobile".
"Abbiamo pronti, per essere riutilizzati, 50mila m3 di materiali da reimpiegare per le fondazioni degli edifici e i riempimenti delle future strade interne. Abbiamo così ridotto la carbon footprint del cantiere e del nuovo insediamento.
L’acciaio delle tensostrutture del Decumano sono state inviate all’acciaieria più vicina, a 118 chilometri di distanza, la Arvedi di Mantova. Una decisione, anche questa, presa per ridurre l’impatto ambientale".
"Insomma, abbiamo adottato un livello sofisticato di demolizione. E il materiale recuperato servirà anche per un altro scopo: accumulare punti per le certificazioni Leed a cui gli edifici saranno sottoposti”.
"Non siamo insomma in un cantiere qualsiasi. Siamo in un cantiere del 21° secolo, dove l’attenzione all’ambiente, agli impatti, è frutto di una mentalità fortemente innovativa".
Un carattere, quello dell’innovazione, che si nota anche nella scelta della cesata di cantiere: in acciaio riciclato, adattata e frutto di un design particolare, atta a ridurre il rumore derivante dalle attività di cantiere e sviluppata in collaborazione con la start up Phononic Vibes.
Così pure come le indicazioni orizzontali che accompagnano i visitatori di Mind: soluzioni appositamente studiate dallo studio milanese Migliore+Servetto al fine di guidare le persone in questo luogo. Niente insomma è lasciato al caso.
Infortuni zero
Un punto al quale il senior project & construction manager di Lendlease tiene molto è la sicurezza. “La sicurezza è la mia ossessione".
"Qui siamo attenti ad ogni minimo dettaglio: dalla lunghezza dei lacci delle scarpe al modo in cui si affrontano le demolizioni più complicate. In questo anno e mezzo di lavoro, grazie all’attenzione che Lendlease pone al tema della sicurezza in cantiere, non si è verificato un solo incidente".
"Non è un caso, ma una scelta imprenditoriale, di una società che vive nel secolo odierno. E chi lavora con noi ci lavora con soddisfazione, perché si sente protetto”.
La consegna a Lendlease delle aree destinate alle demolizioni nel West Gate è avvenuta il 2 novembre 2020, in pieno lockdown. A oggi, con i cantieri non ancora avviati, vi lavorano un centinaio di persone.
“Con l’avvio dei cantieri del West Gate avremo necessità di affidarci a due-tre general contractor, che verranno scelti con procedura di gara pubblica, visto il contesto, quello di una concessione pubblico-privata, in cui ci troviamo. Saranno loro, con i progettisti incaricati, a sviluppare il progetto costruttivo vero e proprio”.