- INFO POINT
- Di Laura Marcellini
- Dove: Monticchio Bagni
- Stato: Progetto non realizzato
L’architettura più sostenibile è quella non costruita
Edilizia ScolasticaMi sono imbattuta casulamente in questo progetto, curiosando, come quotidianamente mi succede, tra le decine di post di Linkedin.
Si parlava di un concorso di progettazione: "Il comune di Rionero in Vulture ha indetto una gara di progettazione per la realizzazione di un nuovo hub di ricerca e un nuovo auditorium. L'area oggetto di concorso prevedeva la costruzione di nuovi volumi in un'area oggi destinata a parco e non costruita".
Mi ha particolarmente interessato l'approccio che lo Studio di Architettura LCA Architetti ha dimostrato, sottolineando quanto per loro "la vera sostenibilità parta dalla volontà di non consumare altro territorio, recuperando e ristrutturando in chiave contemporanea edifici già realizzati in passato".
Un progetto che non è stato realizzato, ma non per questo meno meritevole e propedeutico.
Così ci ha raccontato Luca Compri, titolare dello studio fondato nel 2001 a Varese: "Fin dall'inizio del mio lavoro, gli edifici a basso consumo energetico e ambientali sembravano essere spogliati di valori compositivi e privi di elementi poetici.
Questi edifici, di piccole, medie o grandi dimensioni, erano spesso progettati in modo completamente decontestualizzato e si assomigliavano l'un l'altro con le loro forme compatte, le grandi finestre aperte a sud e le sporgenze di gronda opportunamente progettate".
"Le rivendicazioni di riduzione dei consumi, le prestazioni e le certificazioni energetiche, l'uso di materiali naturali, la stratigrafia e l'analisi e la soluzione dei ponti termici sembravano essere gli unici contenuti del progetto.
Quando lo specialista adotta dogmaticamente questi valori e li attua in modo impeccabile (ma sterile), rimane nel campo dell'edilizia. L'architettura ha bisogno di spazio, luce, gravità, leggerezza, empatia, emozione e molto altro".
"Architetto o meno, siamo tutti affascinati dai grandi capolavori della storia. Un edificio ben costruito ci ricorda la meraviglia che proviamo quando lo scopriamo, lo studiamo, lo attraversiamo e lo abitiamo. In prima istanza, nessuno fa attenzione e si ricorda delle stratigrafie murarie o di quanto siano valide in termini di risparmio energetico. Naturalmente lo dico in modo provocatorio, senza rinnegare i miei anni di formazione e di esperienza diretta in questo campo. L’obiettivo che il progettista deve perseguire è la riscoperta di una pratica dimenticata, eretica e primitiva, che possa riflettere nel costruito i desiderata e l’anima di chi il progetto lo commissiona. In sintesi, l’architettura deve emozionare nel passato come nel contemporaneo, non solo soddisfare requisiti normativi, energetici e ambientali."
Ebbene, in alternativa alle richieste dell'amministrazione, l'idea architettonica dello Studio LCA di Varese è stata quella di progettare il nuovo auditorium, con struttura prefabbricata in legno, sopra la copertura di un edificio esistente; l'immobile sopraelevato è stato destinato ad hub di ricerca. In questo modo, non è stato consumato neanche 1 mq di suolo vergine, conservando il parco e le aree a verde allo stato attuale.
Da tale presupposto nascono sia l’idea progettuale per il nuovo auditorium di Borgo Monticchio Bagni, sia la volontà di preservare pressoché integralmente l’area verde di pertinenza.
Il sito è baricentrico rispetto al Bosco di Sassano, ai due laghi di Monticchio ed alla Riserva Naturale Botticelle. Il contesto è fortemente naturalizzato e attrattivo per un turismo legato all’escursionismo, alla mountain bike, alla valorizzazione dei prodotti del territorio.
Nello specifico, Monticchio presenta anche qualche architettura di pregio; purtroppo, con il tempo i caratteri del nucleo storico di fondazione si sono mescolati a quelli di edifici più recenti di valore decisamente inferiore; tra questi ultimi si colloca anche la Casa Scout Bramea - l’impossibilità di una sua totale demolizione e ricostruzione pone dunque un problema, oltre che energetico e funzionale, anche di carattere estetico-architettonico.
Architettura e sostenibilità
L’intenzione è stata quella di preservare la superficie a verde progettando l’auditorium sopra la copertura della Casa Bramea (demolizione del tetto e totale conservazione del piano terra). Il nuovo volume consente di rinnovare in chiave contemporanea un edificio di per sé poco significativo trasformandolo in un’architettura iconica capace di segnalare la propria presenza al territorio. Un nuovo landmark, a testimonianza, non solo della storia passata, ma soprattutto del valore collettivo che questo intervento porta con sé.
"Nuova" Casa Bramea
La ristrutturazione di Casa Bramea prevede: una nuova definizione della volumetria generale finalizzata alla ricerca di un’architettura di pregio, l’utilizzo di materiali naturali, la modifica delle partizioni interne per soddisfare le nuove esigenze funzionali, l’efficientamento energetico, la sostituzione delle componenti impiantistiche (elettriche e idrauliche), il consolidamento delle strutture.
La distribuzione interna include: (per la parte didattica) una hall con reception per il corpo docente, 4 aule di dimensioni adeguate e facilmente adattabili ai diversi usi (corsi, laboratorio, spazio espositivo…), servizi igieni per studenti e professori; (per la parte di studentato), 4 camere con max 4 posti letto ciascuna, scrittoio e w.c. e una zona comune con cucina e tavolo per il pranzo, l’incontro e lo studio.
Le strutture verranno mantenute, consolidate e implementate per sostenere il nuovo volume dell’auditorium progettato in sostituzione dell’attuale copertura (da demolire); la volontà di realizzare con struttura in legno il sopralzo riduce le operazioni statiche e i costi di costruzione.
Nel primo grado, sono state ipotizzate proposte tecniche per garantire, sia all’edificio esistente sia al soprastante volume, un ottimo comportamento in caso di sisma; è difatti possibile lavorare con due strutture indipendenti: la prima accoppiata alla costruzione in muratura tradizionale, la seconda abbinata alla nuova realizzazione in legno. Infine, l’opportunità di una ristrutturazione consente di eliminare le barriere architettoniche rendendo l’edificio inclusivo.
Casa Bramea verrà efficientata energeticamente grazie alla realizzazione di un “cappotto esterno” in sughero. Il sughero è un materiale naturale - oggi molto utilizzato in ambito edile; reagisce in maniera perfetta all’azione di eventi atmosferici, all’attacco di insetti, è duraturo e non presenta particolari esigenze manutentive, è pressoché ignifugo. L’impianto proposto prevede una pompa di calore aria-aria alimentata dal fotovoltaico, abbinata ad un impianto di ventilazione termodinamica a bassissimi costi di gestione.
L’obiettivo è quello di realizzare un edificio attivo (NZeb) a zero emissioni di C02.
Auditorium
La richiesta di sostenibilità (evidenziata nel bando) non si sposa con lo sfruttamento di altro terreno non edificato.
Come premesso, l’idea di realizzare un nuovo volume all’interno dell’area verde di progetto è stata da subito accantonata.
Tali ragioni di carattere etico e ambientale si conciliano con aspetti più economici e di risparmio (sopraelevare Casa Bramea evitando la spesa per nuove fondazioni in c.a. nel parco, costa meno). L’accesso alla sala conferenze avviene alla stessa quota del parco, grazie ad un ponte; vicino Viale dei Marchigiani è stato previsto un piccolo spiazzo da destinare a parcheggio.
Il sedime dell’auditorium non copre l’intera superficie della copertura della Casa Bramea; l’area esterna viene dedicata ad altri spazi quali: la loggia panoramica, l’area di studio e di incontro con sedute, il foyer.
All’interno si collocano: la hall con banco reception/guardaroba, i servizi igienici per il pubblico, la regia con spogliatoio e w.c. dedicati, la sala con 100 posti e ampio palco. Il volume rappresenta un “podio” con vista privilegiata sul panorama; nella sala, il fondale del palco è caratterizzato da un’ampia vetrata che inquadra il paesaggio.
L’auditorium e la loggia che lo circonda sono spazi pubblici e aperti alla collettività dove svolgere attività condivise oppure godere di momenti di contemplazione; tali opportunità possono essere sfruttare durante tutto l’anno.
L’intero volume è stato pensato con struttura prefabbricata in legno; la scelta: semplifica le problematiche di carattere statico (le strutture in legno sono più leggere), risponde meglio ai requisiti di carattere sismico, aumenta il valore di sostenibilità, riduce i tempi e i costi di realizzazione.
L’impianto per il riscaldamento/raffrescamento è identico a quello proposto per la Casa Bramea ma disgiunto dalla stessa per assicurarne una gestione indipendente.
Nuovo parco/parcheggio/belvedere lineare/serre didattiche
L’area verde oggetto di concorso è di per sé già molto bella e curata; è un luogo di splendida naturalità che va preservato e che si presta per svolgere diverse attività.
La vocazione agro-alimentare del territorio - ricco di vigne e ulivi - va valorizzata attraverso la didattica e la sperimentazione che possono svolgersi nelle aule e negli spazi delle strutture previste (pergola lineare e serre).
L’ingresso all’area è segnalato da una pensilina trapezoidale che permette di raggiungere la terrazza panoramica esterna all’auditorium e il belvedere che caratterizza il margine settentrionale del parco; adiacente al Viale dei Marchigiani è previsto un piccolo spiazzo in calcestre per circa 10/12 posti auto.
La volontà progettuale è stata quella di lasciare invariato il dato naturale sul quale si è deciso di intervenire, garantendo in futuro la possibilità di ripristinare l’attuale stato del luogo.
La passeggiata (con sedute e tavoli per lo studio, la relazione e il ristoro) è contraddistinta da una pergola leggera in metallo che fa da belvedere al paesaggio; le strutture flessibili e smontabili possono avere carattere permanete o di temporaneità.
Nell’area più a est del piccolo parco sono state posizionate tre serre didattiche per la coltivazione e lo studio di prodotti del territorio.
La restante superficie è stata lasciata libera per consentire l’organizzazione di attività tra diverse (giochi per bambini, attrezzature per lo sport, eventi/spettacoli…).
Un polo attrattivo/inclusivo/sostenibilità sociale/collettività
L’obiettivo finale è quello di creare un polo attrattivo per il territorio e per il turismo realmente sostenibile – no al green-washing!
Le attività che si possono insediare sono volte alla valorizzazione della vocazione agro-alimentare del luogo.
Gli spazi possono essere declinati in vari modi, sarà possibile: degustare quanto prodotto innescando un indotto economico, contemplare il paesaggio, creare opportunità per la relazione e l’inclusione coinvolgendo persone di età e interessi differenti.
Un intervento di sostenibilità, oltre che etica e ambientale, anche sociale; una piazza ed un parco a cielo aperto dove gli abitanti di Monticchio Bagni e dei comuni confinanti possano ritrovarsi assieme a turisti provenienti da tutto il mondo.