- INFO POINT
- Di Giulio Di Chiara
- Cosa: Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica
- Dove: Carini
- Stato: Cantiere
La Cittadella della Salute
Edilizia OspedalieraUna superficie complessiva edificata pari a circa 52.000 metri quadrati, di cui ben 17.070 destinati a laboratori per la ricerca. A regime, una struttura che ospiterà giornalmente 600 tra principal investigators, ricercatori, tecnici, fellow, borsisti, amministratori, assistenti, personale addetto allo stabulario, personale di servizio, ingegneri IT e molti altri. Il Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica (CBRB) è un'imponente struttura che sorgerà nel territorio comunale di Carini, a breve distanza dall'aeroporto di Palermo. Il CBRB rappresenterà un importante baluardo per la Sicilia nel campo della ricerca scientifica, dello sviluppo di farmaci, vaccini e dispositivi medici all'avanguardia. La sua creazione avrà l'effetto di attrarre i migliori ricercatori al sud Italia, oltre a catalizzare investimenti importanti da tutto il mondo.
Il centro rappresenterà un modello di gestione innovativo, basato su una partnership pubblico-privata che vede coinvolti la Fondazione Ri.MED, ente promotore e futuro gestore del centro, oltre la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, e partners come ISMETT, la Regione Siciliana, “University of Pittsburgh” e “University of Pittsburgh Medical Center” (UPMC).
Sulla genesi della Fondazione Ri.MED e del nuovo centro, sugli obiettivi e sulle strategie di sviluppo nel territorio abbiamo discusso ampiamente insieme al suo presidente, il Dott. Paolo Aquilanti. I contenuti di questa interessante intervista sono raggiungibili >in questo articolo<.
Noi invece indossiamo casco di sicurezza, scarpe e gillet antinfortunistica e ci dirigiamo a circa trenta chilometri a ovest del capoluogo siciliano, appena a fianco dell’Aeroporto Internazionale “Falcone e Borsellino”.
Comune di Carini, circa 40.000 abitanti, nella cintura metropolitana di Palermo e importante sede di una Zona Economica Speciale. A valle di una cintura di monti e nei pressi della linea ferroviaria per Palermo si è sviluppato nei decenni un agglomerato industriale tra gli ulivi e la macchia mediterranea che guarda al Mar Tirreno.
Appena prima che le curve di livello diventino eccessivamente ravvicinate e le pendenze insostenibili, la Fondazione Ri.MED ha individuato il poligono di territorio su cui erigere la nuova e futura casa per le sue attività scientifiche.
Ad attenderci alla sbarra di ingresso il Direttore Operativo delle Strutture, l’Ing. Sergio De Cola.
Insieme a lui abbiamo programmato una passeggiata in lungo e in largo tra i vari sentieri del cantiere, tra padiglioni, gru, operatori e decine di mezzi in movimento.
Il primo impatto è quello di accedere ad una vera e propria cittadella, che per quanto incompleta, vive di vita propria. Le attività fervono e nell’aria si respira quella sana frenesia che caratterizza sistemi complessi, dove ogni maestranza opera indipendente nel proprio perimetro di competenza, a comporre il grande disegno del nuovo centro. La cornice di questo puzzle è già realizzata.
Lavoro e tempo consentiranno ad ogni tessera di andare al proprio posto per definire finalmente l’immagine finale. Data l’estensione del progetto, partiamo da una presentazione delle piattaforme funzionali di cui si comporrà il centro una volta operativo.
De Cola :“Possiamo considerare l’infrastruttura composta dai seguenti blocchi: le due stecche leggermente curvate (1,2), il cuore del centro, ospiteranno i laboratori e i relativi uffici dove i ricercatori svolgeranno il focus delle loro attività; un edificio ospiterà gli uffici amministrativi (3), un altro invece sarà adibito ad auditorium (4) per congressi ed eventi".
"L’ingresso al centro (5) sarà enfatizzato da un grande portale che poggerà il suo fianco sinistro su un edificio che chiamiamo “Clinica” (6) e che probabilmente sarà gestito dal CNR di Palermo per gli studi sul sonno. In un plesso leggermente defilato vi sarà infine la foresteria per consentire ai vari team di ricercatori di offrire ospitalità a professionisti, colleghi e collaboratori esterni. Incastonati tra questi volumi saranno ricavati percorsi, passerelle e luoghi di convivialità, come la “Plaza” (7), il principale spazio all’aperto con bar e ristoranti annessi, che costituirà il punto di incontro per tutti gli “abitanti” del centro".
"Al di sotto delle cubature citate e sulle strutture immediatamente annesse allocheremo locali tecnici, parcheggi e ogni altra funzionalità indispensabile a far funzionare questa grande macchina”.
Prima di addentrarci in ognuno di questi segmenti, ci guardiamo attorno e già dall’interno del cantiere possiamo apprezzare quanto le dimensioni rendano l’importanza tecnico-scientifica che questo centro ambisce ad acquisire nel panorama nazionale ed internazionale. La scenografia che la natura circostante regala a quest’opera non passa inosservata: da un lato il mare, dall’altro una conca, in mezzo una vegetazione tipica di queste latitudini.
Promised Lands :Cosa c’era nel sedime in cui oggi sorge il cantiere? Cosa avete trovato quando avete approcciato questo territorio?
De Cola :“All’interno del perimetro in cui ci troviamo era presente un contesto naturale di macchia mediterranea, che nei limiti del possibile ci siamo impegnati a preservare. Infatti, i circa 400 alberi di ulivo che insistevano sull’area, molti dei quali secolari, sono stati opportunamente spostati e salvaguardati in una nursery adiacente. Stanno bene, li coccoliamo ogni giorno e quando i lavori saranno terminati, li distribuiremo nuovamente lungo gli spazi del centro".
Un intervento di continuità ambientale che ci piace. Continuiamo nel racconto.
De Cola: “In collaborazione con ENEL abbiamo provveduto a dismettere i tralicci dell’alta tensione e in questa fase sono tutt’ora in corso le ultime rimozioni che ingombrano l’area. Inoltre abbiamo ritrovato un vecchissimo tracciato ferroviario e qualche rilevato che veniva utilizzato a discarica".
"In linea generale non abbiamo patito grosse difficoltà in tal senso, anzi… la natura calcarenitica e quindi particolarmente resistente del suolo, sebbene causa di qualche criticità nelle fasi di scavo nell’area laboratori, si è rivelata ideale per realizzare le fondazioni".
L’area è di proprietà della Regione Siciliana.
L’Ing. De Cola ci racconta una fase ben precisa del cantiere, in cui la movimentazione di mezzi era talmente intensa da ipnotizzare qualsiasi osservatore, compresi gli addetti ai lavori: lo sbancamento.
De Cola:“A differenza di quanto si possa pensare, considerati i 5 ettari di superficie complessiva, il cantiere è quasi bilanciato. Il materiale proveniente dagli scavi è stato riutilizzato nei riempimenti dei canali di fondazione, nei vespai e lo adopereremo alla base delle sedi stradali".
"Qui (indica un’area a margine dei manufatti, ndr) avevamo un frantoio che lavorava i materiali per essere riutilizzati. Questo ci ha permesso di abbattere i costi in discarica. Indicativamente, stimo siano stati movimentati circa 10.000 metri cubi di terra e rocce nelle attività di sbancamento”.
Costeggiamo la “Clinica” che ci introduce al portale di ingresso, immediatamente di fronte l’edificio amministrativo. Prima deviamo leggermente sulla sinistra, alla scoperta del futuro Auditorium.
De Cola :“L’Auditorium avrà una capacità di circa 200 posti a sedere ed è stato progettato per essere fruito anche per eventi esterni al centro. E’ a disposizione del territorio. La conformazione tipica della cavea degrada sino al di sotto del piano di campagna. La copertura sarà realizzata in travi d’acciaio e lamiera grecata. Il controsoffitto è stato studiato per garantire la migliore acustica possibile.
Proprio per la disponibilità di questo spazio a organizzatori esterni, è stato previsto un ingresso alternativo, che disimpegna di fatto l’accesso principale del centro di ricerca".
Qualche passo più in là ed accediamo all’interno dell’edificio amministrativo. La particolarità di questo volume è la sua realizzazione interamente in acciaio e pareti vetrate. L'acciaio in tal senso offre molti vantaggi non solo in termini meccanici, ma anche termoacustici e per il perseguimento di un’edilizia sempre più sostenibile.
Nella conformazione finale su due livelli, l’interno ospiterà una corte su cui si svilupperà una scala elicoidale realizzata da maestranze locali. Un segno distintivo di come la ricerca della funzionalità spaziale possa coesistere con lo stile e il design di un edificio.
A proposito di sostenibilità, è inevitabile domandare al nostro interlocutore come l’imponenza del progetto soddisfi i sempre più stringenti parametri energetici dettati dalle normative comunitarie.
De Cola :“La gran parte degli edifici ospiterà pannelli fotovoltaici sopra i tetti. In questo modo riusciremo a coprire buona parte del fabbisogno energetico dell’intero centro".
"Gli edifici sono stati progettati nel rispetto delle normative LEED, le quali attraverso restrizioni e prescrizioni, assegnano alle progettazioni degli edifici un riconoscimento di classe.
Noi ambiamo alla classe GOLD".
Approfondiamo un attimo cosa prevedono queste normative. Il programma di certificazione volontario noto come LEED può essere applicato a qualsiasi tipo di edificio, sia commerciale sia residenziale, e riguarda l'intero ciclo di vita dell'edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione.
Il suo obiettivo è promuovere un approccio sostenibile, valutando le prestazioni in diverse aree chiave come:
- il risparmio energetico,
- l'uso efficiente dell'acqua,
- la riduzione delle emissioni di CO2,
- la qualità ecologica degli interni,
- l'impiego di materiali e risorse,
- il progetto e la scelta del sito.
La certificazione LEED è diventata rapidamente uno standard globale per le costruzioni eco-compatibili, con l'applicazione in oltre 40 paesi diversi.
La certificazione dell'edificio secondo l'ultima versione del protocollo americano si basa su una checklist suddivisa in otto categorie: Trasporto e Ubicazione, Sostenibilità del sito, Efficienza delle risorse idriche, Energia e Atmosfera, Materiali e Risorse, Qualità degli ambienti interni, Innovazione e Priorità Regionale.
Ritorniamo in cantiere e arriviamo alle due “ali” che ospiteranno spazi e laboratori tecnici per i ricercatori del centro. Le due stecche si sviluppano in modo quasi speculare a disegnare due boomerang, ognuno dei quali articolato su tre livelli: i laboratori si disporranno sui livelli inferiori dei volumi, mentre su quelli superiori prenderanno parte gli uffici.
De Cola: “Quest’area merita una menzione speciale in quanto accoglie infrastrutture all’avanguardia da un punto di vista tecnologico e impiantistico. Per la natura della ricerca scientifica che si realizzerà in questo centro, sono richiesti laboratori con livello di biosicurezza 3 (BSL-3). Questo rappresenta il massimo grado di sicurezza biologica”.
I laboratori di livello BSL-3, autorizzati dal ministero di competenza, vengono impiegati per l'analisi di agenti patogeni pericolosi e per la ricerca di nuovi vaccini, medicinali, strumenti diagnostici e procedure necessarie al trattamento di tali malattie.
Gli spazi sono attrezzati con filtri assoluti, camere stagne e altri dispositivi per gestire i rischi biologici, inclusi agenti batterici, fungini e virali che possono essere pericolosi se gestiti in modo improprio o se si verificassero degli incidenti.
De Cola::“Come visibile, qui l’armatura degli edifici è già stata realizzata, compresa la predisposizione alla passerella pedonale che collegherà i due manufatti".
Da questa prospettiva si può chiaramente intuire l’articolazione degli spazi interni ed esterni, come la “plaza”, adibita a svolgere funzioni di convivialità e aggregazione. Rumori provengono da sotto il piano di calpestio. Scendiamo rapidamente di livello, fin sottoterra dove si lavora nel seminterrato dei futuri laboratori ad alta tecnologia: giusto il tempo di immortalare due betoniere e una pompa da calcestruzzo alle prese con i getti di completamento delle strutture propedeutiche al primo solaio.
La definizione di aree particolarmente sensibili come quelle dei laboratori di livello BSL-3 ci lascia intuire che le maestranze coinvolte saranno inevitabilmente ad alta specializzazione.
E’ l’occasione giusta per chiedere all’Ing. De Cola di renderci una panoramica sull’universo di aziende che operano sul campo.
De Cola:“Il cuore tecnologico dei laboratori sarà curato da T.Am.Co., azienda romana leader nella realizzazione di laboratori.
In generale la gara d'appalto è stata vinta da una ATI, con capogruppo la “Italiana Costruzioni Spa”, e costituita inoltre da GEMMO per la parte impiantistica e ISA Infissi per infissi e vetrate.
Promised Lands:Dagli esecutori ai progettisti. Chi sono gli artefici di un progetto così grande e complesso?
De Cola: “Il gruppo che ha vinto la progettazione si compone di un parterre di studi con capogruppo il colosso americano HOK. Per intenderci sono coloro che hanno progettato tra gli altri il KAUST, il King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita: un complesso infrastrutturale avveniristico di dimensioni incredibili".
"Il raggruppamento è costituito da un altro colosso inglese, BURO HAPPOLD, leader in servizi ingegneristici mentre la delegazione italiana di progettazione ingegneristica e architettonica è rappresentata da EUPRO di Ragusa e De Cola Associati di Messina. Infine, il design di interni è a cura della PCMR di Milano”.
Senza dubbio un team di alto lignaggio e grande spessore internazionale.
Processi di cantiere così eterogenei e complicati richiedono un coordinamento costante di tutte le parti in causa e sono scanditi da riunioni plenarie periodiche ogni 15 giorni. Il gruppo direzione lavori, composto dagli ingegneri Marco Ferrario (Direttore dei lavori), Sergio De Cola e Bruno De Cola e Giuseppe Cicero, garantiscono un costante monitoraggio sul campo dove ogni giorno operano circa 130 maestranze e circa 50 operatori amministrativi negli uffici, impegnati nella gestione di forniture, commesse, subappalti, etc.
Processi, diversità e complessità fanno rima con “sfide” e “difficoltà”, che in un contesto professionale ampio e diversificato, sono di norma all’ordine del giorno. Non vogliamo farci sfuggire quindi l’opportunità di empatizzare simpaticamente con un contesto professionale che l’Ing. De Cola, sorridendo, definisce di “gestione infernale”.
De Cola:“Un esempio di “complessità quotidiana”? Durante il getto di un solaio dei laboratori necessitano all’incirca 30 - 40 autobetoniere. Questo “traffico” di mezzi va gestito, pianificato, anche perchè sappiamo benissimo che il calcestruzzo ha un tempo di maturazione ben preciso e non possono esserci anticipazioni o ritardi sulle previsioni.
Se un’autobetoniera banalmente fora una gomma, l’intero cronoprogramma degli interventi verrà stravolto e richiederà un intervento immediato e coordinato da parte nostra".
Nel rappresentare un’altra sfaccettatura della direzione lavori, comprendiamo come in certi frangenti la complessità sia inevitabilmente generata da una mole enorme di dati e informazioni da gestire. Ad esempio i materiali.
De Cola:“In un cantiere dove ci sono mille variabili, umane e tecniche, la gestione è scandita da procedure informatizzate: ogni materiale, ogni azione è registrata e autorizzata".
"Per ogni livello di un edificio pianifichiamo e gestiamo singolarmente le fasi di fondazione, scavi, strutture, finiture, impianti meccanici, impianti idraulici etc".
"Intersecando i dati di questa suddivisione siamo in grado di determinare in ogni momento l’avanzamento di ogni singolo segmento e gestire le fasi di azione del cantiere, i materiali occorrenti, gli ordini, etc.
Per riprendere l’esempio del getto di calcestruzzo, gli ispettori di cantiere devono prima controllare le armature. Se queste sono in ordine autorizzeranno il getto, altrimenti chiederanno integrazioni e migliorie".
Mentre ci accingiamo a completare il nostro percorso, dirigendoci verso l’adiacente edificio della foresteria, facciamo un cenno ai numeri di quest’opera, in termini finanziari. L’intero investimento impegnerà circa 200 milioni di euro in totale. Un cantiere aperto all’alba della pandemia e con costi lievitati a causa del lockdown, che ha generato rincari mostruosi su cui è intervenuto il legislatore.
Soltanto i costi per la realizzazione dell’opera, ci informa l’Ing. De Cola, ammontavano a 111 milioni di euro. Questa cifra è stata di recente ricalcolata e incrementata del 20%. Tuttavia il cantiere è rimasto in piedi per fortuna. In tal senso si è reso necessario spostare la data di consegna in avanti, ovvero primavera del 2025.
Sebbene l’ordine di realizzazione dei manufatti sia prerogativa dell’impresa, uno degli edifici maggiormente definiti è sicuramente la foresteria, all’interno della quale visioniamo i volumi delle stanze già dotate di impiantistica, porte e infissi. L’installazione anticipata di questi ultimi in realtà non è casuale.
De Cola:“In questo edificio, proprio di recente, sono stati conclusi i collaudi di blower door test. I tecnici hanno chiuso porte, finestre e infissi di ogni sorta. Dall’unica porta rimasta aperta, attraverso degli opportuni ventilatori, è stata pompata aria all’interno, mandando l’edificio in sovrapressione. Grazie all’utilizzo di strumenti specifici di misurazione, sono stati monitorati i valori di eventuali perdite che, per nostra fortuna, si sono attestate entro range di tolleranza utili alla certificazione finale”.
Dopo aver fatto visita all’area dei parcheggi e appreso che un apposito piano del verde è stato concepito per poter organizzare con stile la preponderante presenza della natura (tra cui gli ulivi nella nursery), ci congediamo dall’Ing. De Cola, visibilmente orgoglioso del lavoro sin qui svolto.
All’orizzonte si materializzano mesi di intenso lavoro che traghetteranno l’intera struttura verso il completamento delle grandi macro fasi progettuali e l’avvio delle definizioni finali pre-inaugurazione.
D’altronde sono le sfide più impegnative quelle più gratificanti e noi non potremo esimerci dal ritornare ben presto in loco a raccontare le evoluzioni di questo grande cantiere mediterraneo.