- INFO POINT
- Di Giulio Di Chiara
- Stato: Cantiere
Riqualificare significa Studiare
Restauro e RecuperoCome si può coniugare la specializzazione in infrastrutture, geologia e geotecnica con la passione per le radici e l'architettura del territorio? Attraverso l’anima dei progettisti, la sensibilità e il loro spirito di appartenenza ad una terra pregna di passato.
In un contesto di mercato in cui pensiamo sempre più ai progettisti come calcolatori di formule e abili disegnatori digitali, vogliamo conferire al racconto di oggi un pizzico di romanticismo.
Questa attività ci riporta in Aspromonte, insieme all’architetto Vermiglio, ex presidente dell’Ordine degli architetti di Reggio Calabria e curatore del progetto di riqualificazione del borgo di Bova“.
Nel sopralluogo ad alta quota di qualche mese fa abbiamo documentato un’affascinante complessità legata al cantiere diffuso tra vicoli storici e forti dislivelli [qui l'articolo]. A monte di questa progettualità, approfondiamo la filosofia dell’intervento insieme al suo progettista.
Nel ripercorrere le sue tappe troveremo occasione per spingerci in analisi contestuali sulle potenzialità dell’area dello stretto di Messina e sul ruolo dell’architettura come strumento per valorizzare la cultura sommersa, combattere l’impoverimento territoriale delle aree interne.
Tre pregi di Bova per il progettista
Ma ripartiamo dalla riflessione iniziale, laddove ci eravamo lasciati. Grandi infrastrutture e…. riqualificazione storico-culturale.
L'arch. Vermiglio, attualmente amministratore unico e direttore tecnico della La Cilento Ingegneria s.r.l., quest’ultima nota per i suoi interventi a grande scala come ponti, viadotti e gallerie, si è misurato con la riqualificazione di un borgo storico sulle pendici dell'Aspromonte. In questo luogo tanto impervio quanto incantato, che racconta storie antiche e conserva ricordi di epoche passate, l'azienda ha riscoperto una sua dimensione più romantica. Dal cemento armato alla pietra locale, l'arch. Vermiglio ha curato il progetto definitivo del progetto “BOVA BORGO DELLA FILOXENIA” - finanziato col Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC).
Importo dei lavori pari a circa 1 milione di euro. Un progetto snello che ha però richiesto scelte strategiche, autorizzazioni e pareri per la sua specificità storica all’interno dell’ente parco.
FOCUS “Parco Aspromonte"
Il Parco Nazionale d'Aspromonte, istituito nel 1989 per proteggere l'ambiente della sezione aspromontana dell'ex Parco Nazionale della Calabria, ha ricevuto il riconoscimento di Geoparco mondiale UNESCO il 21 aprile 2021, entrando così nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Global Geopark Network, GGN). Questo riconoscimento certifica non solo l'importanza geologica del parco, ma anche la sua ricchezza in termini di biodiversità, tradizioni, patrimonio storico-artistico, archeologico e culturale. Il Geoparco dell'Aspromonte ha come missione la salvaguardia e la valorizzazione di uno dei patrimoni geologici più singolari del Mediterraneo centrale. Situato nella provincia di Reggio Calabria, il parco prende il nome dal Massiccio dell'Aspromonte, noto per le sue bianche formazioni montuose ammirate dalle antiche popolazioni greche della costa ionica. La vetta più alta, Montalto, con i suoi 1955 metri, offre uno splendido panorama della Calabria e della costa siciliana. Il territorio del parco è caratterizzato da una notevole varietà paesaggistica, con peculiari caratteristiche geo-ambientali e una ricca presenza di specie vegetali e animali, favorita da particolari condizioni climatiche._____________
Il World Heritage Committee dell'Unesco ha ufficialmente inserito nell'aprile 2021 il Parco dell'Aspromonte nella rete mondiale dei Geoparchi UNESCO. Dunque come ci si muove in fase progettuale partendo da questi presupposti?
Vermiglio: “Quello di Bova è un borgo storico che gravita all’interno di un’area grecanica di pregio da un punto di vista storico, architettonico e paesaggistico. Questa in particolare fu una delle prime aree governate dai greci e tassello importante di quel mosaico che fu la Magna Grecia. Per un progettista vanta alcune condizioni decisamente favorevoli affinchè si possa operare con creatività e rispetto storico-artistico e ambientale.
In primis, il contesto di Bova non è stato contaminato dagli abusi edilizi, grazie ad una sensibilità politica e istituzionale che ha salvaguardato l’emergenza storico-culturale nei decenni, a cavallo di amministrazioni differenti. Il fermento che lo caratterizza soprattutto in estate rende il borgo molto popolato, vivo e attivo, anche e soprattutto per quel che riguarda l’offerta e la centralità culturale".
In quanto borgo antico da sempre al centro di interventi e riconoscimenti, per tutte queste ragioni riesce a cooptare più facilmente finanziamenti comunitari e europei.
Di necessità virtù: gli interventi
A monte di uno studio di fattibilità tecnico-economica, il Comune di Bova ha fornito una linea di indirizzo sul progetto in cui sono stati inseriti i temi culturali. Questo impulso determinante ha di fatto consentito tra gli altri la riqualificazione storico-culturale di alcuni elementi architettonici del borgo, il recupero del fabbricato in cui sorgerà il museo diocesano, la riqualificazione del tetto e della facciata di una chiesa.
Alla scala della progettazione esecutiva, nelle scrivanie dei progettisti si sono materializzate alcune criticità da risolvere. Partiamo dalla prima: quali materiali utilizzare per un intervento diffuso che rispettasse la storia e al contempo valorizzasse le specificità locali?
Vermiglio: “A Bova non abbiamo una pietra locale adeguata per realizzare rivestimenti murari. Disponiamo della Pietra di Lazzaro, detta pietra reggina, più adatta a lastricati per spazi pubblici aperti, piazze etc.
Potevamo importare il porfido trentino, ma sarebbe stata una anomalia decontestualizzata. Abbiamo dunque scelto di lavorare con le risorse del territorio innovando con un pizzico di creatività. La pietra di lazzaro, tendenzialmente grigia e corrugata tipo opus incertum, ci ha consentito di esaltare maggiormente l’effetto grezzo nella lavorazione. Facendo leva sul naturale “invecchiamento” della pietra e all’irraggiamento solare, otterremo un impatto visivo più naturale e fedele alle origini".
La Pietra di Lazzaro
Focus Pietra di Lazzaro La Pietra di Lazzaro, conosciuta anche come Pietra Reggina, è una roccia sedimentaria calcarea estratta principalmente nella frazione di Lazzaro, nel comune di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Questa pietra è apprezzata sin dai tempi degli antichi Romani per le sue caratteristiche tecniche e la sua versatilità in edilizia.
Le caratteristiche principali della Pietra di Lazzaro includono un'elevata resistenza all'usura e agli agenti atmosferici, che la rendono ideale per applicazioni esterne. La pietra presenta una durezza notevole e una buona omogeneità litologica, il che significa che è poco porosa e resistente alla salsedine, all'umidità e al gelo .
Esteticamente, la Pietra di Lazzaro ha un colore grigio chiaro che può variare fino a tonalità azzurrine, spesso con inclusioni fossilifere che emergono in modo evidente dopo la lucidatura . Questa peculiarità cromatica neutra permette combinazioni armoniose con altri materiali da costruzione, rendendola una scelta popolare sia per progetti di arredo urbano che per interni.
In edilizia, la pietra viene lavorata in modo artigianale per creare prodotti su misura, garantendo così che ogni progetto rispecchi le esigenze estetiche e funzionali del committente . L'estrazione e la lavorazione di questa pietra seguono metodi rispettosi dell'ambiente, con rigidi controlli sulla sicurezza e sull'impatto ambientale.
La sola mitigazione dell’impatto di alcuni paramenti costruiti a livello emergenziale e poco armonici con il contesto non poteva di certo motivare il finanziamento in oggetto.
I bandi pubblici destinati ai borghi storici d’altronde sono particolarmente competitivi perchè registrano una grandissima partecipazione su scala nazionale. Per innovare e innalzare la qualità della proposta, il team di progettazione ha introdotto il ruolo degli artisti locali e dell’animazione culturale.
Vermiglio: “All’interno delle nicchie dei rivestimenti murari saranno realizzate delle decorazioni artistiche. Varie tipologie di decorazioni a cura di artisti locali, sul tema dell’accoglienza.
A lavori ultimati definiremo un itinerario multi culturale, informatizzato con qr code, che consentirà uno storytelling itinerante lungo le strade di Bova capace di scandire il percorso dei visitatori lungo i luoghi del centro".
Sempre pronti a ritrovare la storia
Sull’intero borgo insistono vincoli paesaggistici, architettonici e ambientali. Il monitoraggio della Sovrintendenza è alto e costante. Come per i mezzi in cantiere, gli spazi di azione per i progettisti sono molto limitati anche per la perimetrazione dell’ente Parco dell’Aspromonte all’interno del quale rientra Bova. I vincoli non sono inibitori ma di tutela assoluta.
Vermiglio“Nell’area del costruendo Museo Diocesano c’era tanto materiale di riporto, pensavamo di ritrovare parte della pavimentazione di pregio. Invece no".
"Questo ci ha consentito di andare avanti senza particolari interruzioni. Ciononostante è sempre richiesta la presenza costante dell’archeologo, che attraverso le analisi storico-architettoniche governa eventuali ritrovamenti e procede nella storiografia e nella contestualizzazione dei beni ritrovati. In un cantiere storicamente così delicato il nostro ruolo va oltre la mera attività progettuale, ma si arricchisce di costanti interlocuzioni con enti e soggetti preposti alla salvaguardia dei beni storici e culturali,con i comuni, etc".
Sebbene il ritrovamento storico costituisca sempre un valore aggiunto, nelle fasi di cantiere costituisce comunque un imprevisto che può stravolgere il cronoprogramma e le attività.
Vermiglio:“Nelle prossime attività in cantiere procederemo a ripristinare tantissima pavimentazione delle vecchie strade lungo il borgo, che da troppo tempo non riceveva cure. Ci aspettiamo di poter raccogliere eventuali rinvenimenti e per questo scaveremo con l’assistenza dell’archeologo dell’amministrazione comunale".
Le strade, che qui assumono un significato estetico oltre a quello prettamente funzionale, rivelano nel progetto una centralità dell’armonizzazione tra architettura, stile e ingegneria.
Una delle azioni diffuse è proprio la rimozione del cemento nella pavimentazione, decisamente degradante per il contesto, e la sua sostituzione con la pietra reggina.
In questo avvicendamento che sovverte romanticamente l’evoluzione dei materiali nel tempo, i progettisti hanno rivisto l’idraulica di piattaforma e la corrivazione dell’acqua durante le piogge battenti, che in un borgo a forti pendenze, crea non pochi disagi.
Conoscere per decidere: il ruolo di una foto
L’aspetto materico, come abbiamo visto, torna ricorrente nel racconto come espressione di un legame tra fondamento storico, guizzo creativo e razionalità funzionale. Laddove l'approvvigionamento limita le scelte, le tecniche di lavorazione vengono innovate, facendo di necessità virtù.
Vermiglio : “Abbiamo legato la dimensione materica preesistente alle tecniche più moderne, senza snaturare il concetto dell’intervento.
Se è vero che il nostro know how sono le infrastrutture come ponti, viadotti e gallerie, possediamo una nostra sensibilità architettonica. Infatti, nelle fila della Cilento Ingegneria si annoverano tanti architetti, il cui passato è stato caratterizzato da tanta progettazione privata".
"Abbiamo uno storico importante di progetti finalizzati al recupero di piazze e luoghi. Personalmente ricopro il ruolo di progettista in un piano strutturale nel centro storico nel comune di Calanna, dove insiste una necropoli, un castello…”
D’altronde non ci si improvvisa architetti a caso, a maggior ragione quando si agisce a contatto con la storia. Ogni intervento deve essere realizzato in punta di piedi, rispettando rigorosi vincoli e con una libertà di espressione limitata. Ogni azione deve infatti mantenere un legame strettissimo con le origini e le peculiarità del territorio e della popolazione, per preservare l'autenticità e l'identità storica del luogo.
Ci chiediamo quale sia l’approccio più coerente per questa tipologia di interventi.
Vermiglio : “Occorre conoscere la storia del luogo, studiare.
Su Bova abbiamo dovuto studiare le abitudini della comunità. Se non conosci la storia e snaturi un luogo, lo rendi impersonale.
Bisogna però innovare. Questo binomio è stato spesso oggetto di dialogo con la sovrintendenza di Reggio Calabria. Io credo fermamente che tradizione e innovazione possano essere conciliate".
A proposito di conoscenza, il patrimonio iconografico costituisce una fonte di inestimabile valore per reinterpretare usi e costumi del passato. E’ interessante il caso di Campo Calabro.
Vermiglio: “Nella mia precedente esperienza di vicesindaco nonchè assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici, ebbi la volontà di unire due piazze divise da una strada. Tale proposta fu mossa dall’aver personalmente assistito ad un scena in cui un bambino rischiò seriamente di essere investito da un’auto".
"L’obiettivo era quindi creare un’isola pedonale. Dopo aver redatto il progetto, gli abitanti non capirono l'idea. Per cercare di persuadere la comunità sull’utilità di quell’intervento, mi ricordai di un’antica foto di fine 800, che immortalava il paese in un’atmosfera d’altri tempi, con calessi per strada, prati e quelle due piazze già unite, proprio dove si svolgeva il mercato la domenica".
La volontà evidente dell’Arch. Vermiglio era fare leva sull’antica conformazione urbanistica delle piazze per solleticare la memoria e l’identità della comunità.
Arch. Salvatore Vermiglio: “Un ex professore delle elementari mi aiutò a recuperare questo scatto bellissimo, che divenne poi iconico in altre attività. In un'apposita seduta consiliare aperta al pubblico, riuscii a convincere tutti che non stavamo proponendo nulla di nuovo, e che stavamo soltanto ripristinando un tassello di storia. Così fu”.
La sfida del progettista oggi è coniugare la sensibilità e l’innovazione, ma senza la pretesa dell'onniscienza. Lo studio degli storici, la figura dell’architetto, le competenze di ingegneri, la sensibilità dei botanici… la multidisciplinarietà è l’essenza della progettazione, la tuttologia non funziona.
Occorre ottenere qualità, oltre al guadagno. Per mantenere alti standard progettuali è necessario delegare e dunque disporre di tanti fondi. E passione.
Le infrastrutture per (alimentare) la cultura
C’è tanta cultura e tanta storia nel nostro paese. In alcune aree più depresse però risulta invisibile agli occhi dei grandi tour operator e player del turismo. La poca attrattività di alcuni territori è una criticità che si propaga a varia scala.
Vermiglio: “Per attrarre l’interesse occorre inventarsi iniziative oppure cooptare investitori. Questa rete di borghi costituisce un grande elemento di pregio da collegare ai grandi flussi e da rivolgere all’interesse delle scuole, affinchè si innalzi la sensibilità sul patrimonio storico-architettonico e culturale dei nostri luoghi.
Bova in tal senso è isolata. La crocieristica che sta avendo tanto successo a Messina, dall’altra sponda dello stretto, pone il tema della rete turistica che si sta consolidando attorno alla città".
A queste latitudini il tema dei collegamenti infrastrutturali è particolarmente catalizzata intorno al progetto del Ponte sullo Stretto. Queste terre sono molto marginali. Basti pensare che l’approdo del vettore aereo Ryanair al vicino aeroporto di Reggio Calabria ha incrementato sensibilmente le visite ai musei.
Questo cosa vuol dire? L’infrastruttura è imprescindibile in quanto servizio pubblico.
Sull’infrastruttura non può esserci deroga.
Vermiglio: “L’infrastruttura del ponte, ideologicamente, consentirebbe di annettere la sponda calabrese alla sponda siciliana in cui in un giorno sbarcano fino a 13.000 passeggeri. Tanti borghi si stanno riqualificando per combattere lo spopolamento. Nell’isolamento fisico, ci vuole tanto coraggio ad andare avanti, perchè gli sforzi rischiano di essere vanificati dall’inconsistenza dei collegamenti".
La riqualificazione architettonica diviene lo strumento per ridare dignità e identità ai luoghi, se alla base le strategie degli investimenti mirano coerente al rilancio dei territori.
Vermiglio: “Comuni piccoli come Bova devono essere sorretti, anche economicamente, affinchè ad esempio l’accoglienza diventi una risorsa. La ripopolazione dei borghi tramite l’accoglienza diffusa è una delle azioni su cui il governo potrebbe e dovrebbe investire.
L’abbandono di queste terre impoverisce il territorio e abbassa le zone di comfort delle comunità locali. La cultura deve essere occasione per rialzare l’asticella, arricchirci e arricchire le nostre terre anche facendo tesoro delle esperienze all’estero".
Un’azienda, due anime
Competenza e territorio animano questa azienda costruttrice fondata nel 1999 e a forte matrice calabrese. Nata dall’incontro tra l’Arch. Vermiglio e l’Ing. Mario Beomonte , colui che fu un'importante figura dell'ingegneria italiana e già amministratore delegato della Lotti Associati, la Cilento Ingegneria negli anni ha gestito progetti sempre più complessi e sfidanti.
Negli anni la Cilento Ingegneria srl ha diretto i lavori per il sistema integrato dei rifiuti in Calabria, inclusa la costruzione del termovalorizzatore di Gioia Tauro, uno dei primi in Italia, per un valore di 143 milioni di euro. Successivamente, l'azienda ha preso parte alla direzione lavori di un mega lotto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, tra Gioia Tauro e Scilla, per un importo di un miliardo di euro.
Quest’ultimo progetto ha permesso alla Cilento Ingegneria di crescere esponenzialmente, integrando numerosi professionisti, principalmente calabresi.
Tra le opere più significative si annoverano anche il Viadotto Italia, il più alto d'Europa, nella tratta Campo Tenese - Laino Borgo, e il progetto di riqualificazione del carcere di Ventotene sull'isola di Santo Stefano. L'azienda è stata anche coinvolta nella progettazione dell'ex Ufficio delle Dogane a Roma, trasformato in un albergo da 800 posti letto per The Social Hub [qui l'articolo].
Attualmente, l'azienda conta 26 unità tra ingegneri, geometri e architetti.
Come in un film di supereroi, Cilento Ingegneria si riveste di una corazza d'acciaio ma con al di sotto un cuore tenero, capace di mostrare i muscoli nei grandi progetti infrastrutturali, e al contempo rivelare tatto e delicatezza nella progettazione architettonica.
Dopotutto le società sono fatte di persone, di professionisti e delle loro straordinarie sensibilità.