- INFO POINT
- Di Giulio Di Chiara
Catania, carpe diem!
ProtagonistiNel contesto dinamico e complesso dei ruoli manageriali, la figura del presidente di un'associazione di categoria costituisce un nodo nevralgico di una rete di ruoli e relazioni. I manager, per loro natura, navigano tra molteplici sfide, armonizzando svariati ambiti d'azione spesso in conflitto tra loro.
Tuttavia, quando si tratta di rappresentare un'intera categoria di professionisti, come nel caso di Rosario Fresta, presidente di Ance Catania, l'onere e l'onore aumentano esponenzialmente. È necessario non solo comprendere e indirizzare le esigenze di una vasta gamma di soggetti privati, ma anche guidarli verso obiettivi comuni, creando sinergie e coesione.
La complessità del ruolo diviene ancor più evidente se ci si insedia in periodi di crisi globale come quello caratterizzato dalla pandemia da Covid-19. In un contesto dove le priorità e le esigenze si rimescolano drasticamente, i leader devono adattarsi prontamente e orientare le proprie azioni con tempestività e lungimiranza.
L'impatto della pandemia sul settore delle costruzioni è stato tangibile e in continua evoluzione, con le imprese costrette a confrontarsi con le sfide di adattamento e con le modifiche legislative in itinere (vedi il caso del "superbonus 110%" e le sue successive revisioni).
Una crisi economica e sociale che ha causato la chiusura di interi comparti dell’industria e dell’economia, accompagnata dall’incertezza di piccoli e grandi investitori del pubblico e del privato. Un crollo complessivo degli investimenti del 10,1% nel solo 2020 secondo quanto stimato da ANCE nazionale.
In questo scenario critico che propaga i suoi effetti fino a oggi, Ance Catania è divenuto punto di riferimento per tante imprese del territorio, una guida nei momenti di incertezza e difficoltà.
La sua leadership costituisce oggi garanzia degli interessi della categoria, spesso in balìa dei turbamenti del mercato e dalle mutevoli normative.
La filosofia della conduzione associativa assume la migliore rappresentazione di una consapevolezza: dalle crisi spesso nascono grandi opportunità, che bisogna cogliere all’istante per lasciare il segno e consentire ad un territorio, ad una regione, di crescere e migliorarsi verso i nuovi standard di sostenibilità e sicurezza.
Di tutto questo e di altre sfaccettature abbiamo disquisito a fondo proprio con il Presidente di ANCE Catania. Da questa conversazione ne esce un quadro contestuale a tinte chiaroscure in cui consapevolezza, qualità e un pizzico di coraggio sono ingredienti che fanno la differenza.
Da una crisi all’altra, in scia ai bonus
Senza alcuna pausa per celebrare il nuovo incarico, il Dott. Rosario Fresta è stato catapultato nel vortice di una crisi senza precedenti.
Fresta, Presidente ANCE Catania: “Mi sono insediato nel Novembre del 2020, in piena pandemia, in un contesto socio-economico veramente complicato. Ne sono seguiti periodi difficili, in quanto il nostro settore ha subito il colpo del fermo dei cantieri".
"Da lì una serie di decretazioni d'urgenza da parte dello stato ci hanno consentito di rialzarci dallo schiaffo. Uno su tutti il Superbonus, che ha dato un nuovo grande slancio al settore”.
Nel 2020 si sono verificate drastiche riduzioni nelle ore lavorate nell’intero comparto (-10%) e nei permessi per le costruzioni, diminuiti nei primi sei mesi del 2020 del 13,6% per le nuove abitazioni e del 39% per l’edilizia non residenziale. Il settore proveniva dagli strascichi ereditati da una precedente crisi durata dieci anni e non era evidentemente pronto a fermarsi nuovamente in modo così drastico.
Rosario Fresta:“Nel 2008 registravamo circa 150 milioni di monte salari, nel 2020 ci siamo attestati intorno ai 55-60 milioni. Per fortuna il Superbonus nato nel 2021 ha fornito un impulso positivo. Insieme ad una serie di misure legate alle opere pubbliche e al PNRR (di cui stiamo vedendo i frutti in questi anni), il settore è ripartito e si è consolidato nel 2022. Anche con la fine del superbonus, la scia delle altre misure di finanziamento, nazionali ed europee, ci sta consentendo di mantenere volumi interessanti".
L'anno 2021 è stato caratterizzato da un'impennata negli investimenti nel settore, trainato principalmente dagli incentivi alla riqualificazione edilizia. Secondo il Cresme, a fine anno, i miliardi derivanti dalla riqualificazione incentivata hanno superato quota 50. Questo ha portato gli investimenti totali nel settore a quasi 100 miliardi di euro, con un incremento di 30 miliardi rispetto al 2020 e di 24 rispetto al 2019.
Il Superbonus 110% ha giocato un ruolo fondamentale in questo scenario. Gli incentivi hanno assorbito una quota sempre più consistente del mercato della riqualificazione residenziale, passando dal 53,1% nel 2019 al 68,2% nel 2021. Questo ha generato un saldo positivo per le casse statali di 36 miliardi di euro, ma ha anche sollevato preoccupazioni riguardo all'eccessiva dipendenza del settore dagli incentivi governativi.
Nonostante ciò, il Superbonus ha avuto un impatto positivo sull'occupazione, con una ricaduta della spesa per investimenti stimata in circa 765mila occupati nel corso del solo 2021.
Rosario Fresta: “Le aziende di ANCE Catania in questi anni hanno agito in maniera prudenziale e oculata, dunque non stanno soffrendo particolarmente la fine di questi contributi, di cui non abbiamo condiviso le modalità di gestione.
Cambiare in corsa le regole di una misura così importante non ha agevolato i destinatari del settore edile”.
Il primo trimestre del 2023 ha assistito ad un notevole aumento degli appalti per opere pubbliche, trainato dagli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Secondo l'osservatorio mensile del Cresme Europa Servizi, il numero di bandi di gara promossi è aumentato del 23,8% rispetto all'anno precedente, con un valore complessivo di 16,9 miliardi di euro, un aumento del 42,7%.
La crescita più significativa è stata registrata negli appalti di tipo tradizionale, in particolare per i lavori e gli appalti integrati. Gli appalti integrati hanno registrato un aumento impressionante, quadruplicandosi sia nel numero di bandi (+337,9%) che nel valore (+385,8%), mentre i bandi per la sola esecuzione dei lavori sono aumentati del 30,7%, raggiungendo un valore di 7,2 miliardi di euro (+85,8%).
Rosario Fresta:"Credo che il nostro territorio sarà alimentato dagli investimenti in corso in tema di infrastrutture ferroviarie, stradali, di efficientamento energetico degli edifici, di strutture sociali e di piani urbani integrati per la città metropolitana. A mio avviso assisteremo a qualche anno di crescita in scia a tutte queste misure.
Diversi cantieri si stanno inaugurando adesso o lo faranno a breve, sebbene l’assegnazione dei fondi è già avvenuta da tempo. Questa tipologia di investimenti infatti richiede poi tempi di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva che trasla decisamente in avanti l’effettivo avvio dei lavori.
In tal senso, il timing eccessivamente ravvicinato delle scadenze previsto per il 2026 genererà inevitabilmente delle criticità. Non sarà facile rispettare queste date".
“Orgoglioso della crescita altrui”
L'associazione svolge un ruolo importante nel fornire servizi mirati agli associati, al fine di agevolare e supportare la loro attività quotidiana. La provincia catanese annovera una moltitudine di società edili, prevalentemente medio-piccole, le cui strutture organizzative non sempre riescono ad assolvere alle attività complementari di cui spesso un’azienda edile ha bisogno.
L’accesso diffuso alle informazioni ci consente di introdurre gli obiettivi programmatici che ANCE Catania si è posta di raggiungere sotto la presidenza Fresta.
Rosario Fresta: “Allargare la base associativa è una priorità, affinché aumenti la partecipazione in numero di imprese. Per fare questo è necessario che vi sia un oggettivo motivo di aderire, dunque vogliamo incrementare l’offerta dei servizi agli associati, puntando sugli ambiti più richiesti anche in termini di problematiche".
Promised Lands: Ci faccia qualche esempio dei benefits di cui può godere un associato.
Rosario Fresta: "Disponiamo di un servizio in materia di appalti pubblici che fornisce, attraverso un nostro funzionario esperto in materia, consulenza sulla complessa normativa e sui bandi di gara. Ma monitoriamo anche l’iter dei finanziamenti ed oggi ancor più con il PNRR. In occasione del Superbonus, vista la straordinaria portata dell’investimento e della complessità burocratica, abbiamo dedicato uno sportello ad hoc, con tecnici e consulenti che affiancavano le imprese per assorbire i continui mutamenti della normativa".
"La maggior parte delle nostre associate sono piccole aziende, dunque crediamo di aver fornito un grande supporto operativo ad ognuna di esse, dall’istituzione della pratica sino alla sua gestione in itinere. In tal senso, per facilitare l’accesso ai progetti abbiamo stipulato apposite convenzioni con gli istituti di credito e con le piattaforme di asseverazione del credito stesso".
In tema di innovazione e tecnologia, è oramai noto che a partire dal 1° gennaio 2025, sarà obbligatorio utilizzare il metodo BIM per le gare d'appalto con un valore superiore a 1 milione di euro, ad eccezione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria. Le opere precedentemente gestite con altre metodologie saranno coinvolte nell'uso del BIM anche durante la fase di manutenzione. Un aggiornamento normativo che si sta propagando velocemente sul settore in ambito formativo.
Rosario Fresta: "Promuoviamo attività di consulenza in merito e anche di formazione attraverso webinar e corsi di specializzazione sul BIM laddove i nostri associati potranno godere di condizioni agevolate. In particolare stiamo organizzando corsi per BIM Specialist e BIM Manager, affinché le aziende si preparino all’immediato futuro. Un team di specialisti seguirà le aziende fino al completamento del percorso".
Accompagnare e affiancare una compagine, senza snaturarne l’identità e agevolando il suo sviluppo nel tempo è il filo conduttore nel modus operandi di Ance Catania. Un luogo che nelle volontà del suo presidente sia percepito familiare e amico per ogni associato. Queste sane prerogative, che attribuiscono all’ente un alto spessore valoriale, hanno evidentemente consentito all’associazione di raddoppiare il numero degli associati dal 2020 ad oggi, con l’obiettivo dichiarato di proseguire su questa strada.
Rosario Fresta: “Oltre ai servizi già esistenti relativamente al rapporto sindacale e all’urbanistica, vogliamo stare più vicini ai nostri associati. In questi quattro anni una delle personali missioni era acquisire ulteriore credibilità anche nei confronti delle istituzioni. ANCE Catania oggi è costantemente interpellata nella predisposizione dei bandi di gara da svariate stazioni appaltanti, comuni e delle università. Una interlocuzione costante con i soggetti del territorio che ci gratifica e che rappresenta il riconoscimento valoriale del lavoro fin qui svolto".
Promised Lands: Quando decadrà il suo incarico di presidente qual è quella cosa che vorrà lasciare in eredità al suo successore?
Rosario Fresta: “Io credo che le nostre associazioni siano forti e credibili quando sono numerose. Vorrei che riuscissimo a raggiungere e coinvolgere la maggior parte delle imprese della provincia, affinchè si rechino in associazione per il piacere di frequentarla, per quello che offre e per quello che rappresenta. Credo che in quel momento potrò ritenermi molto soddisfatto.
La crescita non riguarda solo il numero degli associati in sé. Osservo che molte imprese di ANCE in questi anni sono cresciute in termini di qualità, perché hanno realizzato investimenti economici e sul capitale umano, hanno investito nella formazione e nella tecnologia".
Oggi si ritrovano ad avere una struttura altamente competitiva e in grado di competere. Questo è il vero motivo per cui sono orgoglioso di loro.
Salti generazionali: crescere nonostante l'handicap
Una delle sfide più pressanti e stressanti che affliggono il settore edile è la cronica mancanza di personale qualificato. Una carenza che non solo ostacola la crescita delle imprese, ma mina anche la capacità del settore di rispondere efficacemente alla domanda crescente di progetti e appalti.
Tra le molteplici sfide che l'associazione si trova ad affrontare, ANCE Catania si è già mossa nel tentativo di mitigare gli effetti di questa carenza sulle imprese associate promuovendo iniziative e programmi che favoriscano la formazione e la qualificazione professionale nel settore.
D’altronde non è semplice realizzare la crescita di un’azienda in un momento storico in cui si registra da un lato l’incremento delle progettualità e dall’altro l’oggettiva scarsità di maestranze disponibili su piazza. Una piaga condivisa che, come abbiamo visto affligge indistintamente il territorio nazionale, come evidenziato anche dal collega Dott. Giuseppe Puccio, presidente di ANCE Palermo.
Rosario Fresta: “Ricevo tantissime telefonate da parte degli amministratori delle imprese, a causa delle difficoltà a trovare personale. Questo purtroppo deriva dalla crisi che abbiamo avuto per dieci anni, dal 2008 al 2018, che ha portato l'edilizia a perdere un’intera generazione di lavoratori.
In quel periodo ricordo benissimo l’alto grado di disoccupazione nel settore. In tanti hanno intrapreso altri percorsi professionali".
Non c'è stato ricambio generazionale ed oggi stiamo constatando gli effetti
Promised Lands: Come state reagendo a questa criticità?
Rosario Fresta: “Attraverso delle convenzioni stiamo cercando di formare i giovani. Penso alla comunità di Sant'Egidio di Catania, attraverso cui organizziamo delle classi di ragazzi extracomunitari che formiamo presso le nostre scuole edili. Una formazione di primo ingresso in edilizia, che li specializza nei ruoli edili di base come il carpentiere, il muratore, l’operatore di macchine di movimento terra. Stiamo per concludere il terzo ciclo, abbiamo avviato circa quaranta ragazzi nel mondo del lavoro."
"Lo stesso abbiamo fatto con la Casa di accoglienza “Rosario Livatino”, un ente animato da avvocati penalisti che si occupa di dare alloggio a quei detenuti che ne sono sprovvisti e che potrebbero beneficiare degli arresti domiciliari. E’ stata un’esperienza positiva, ma entrambe le iniziative naturalmente non possono bastare a risolvere il problema dell'occupazione o il problema del bisogno di personale delle nostre imprese".
Tentativi nobili che muovono nella direzione di avvicinamento al problema senza la pretesa di risolverlo, almeno fin quando non sarà posto in essere un concreto programma di intervento a livello nazionale. Un problema per certi versi paradossale se si pensa che proprio in questi anni si sono registrati picchi negativi in tema di disoccupazione giovanile.
L’Agenzia Nazionale per la Gioventù, attraverso il rapporto “Giovani 2024: il bilancio di una generazione”, ha diffuso un quadro dettagliato delle principali sfide e delle opportunità che i giovani italiani affrontano oggi. Il documento ha messo in luce dati allarmanti riguardanti la situazione demografica, educativa e occupazionale, evidenziando in particolare il declino della popolazione giovanile, la tendenza alla fuga dei talenti, la precarietà nel mercato del lavoro e le disparità territoriali e di genere.
I segnali del mercato del lavoro mostrano miglioramenti complessivi, sebbene persistano disparità significative tra le regioni italiane. Nel 2023, il tasso di occupazione giovanile nel Paese ha raggiunto il 45%, con una crescita del 1,3% rispetto all'anno precedente. Tuttavia, quest'indice rimane al di sotto di quello relativo all'intera popolazione, che si attesta al 61,5%. La disoccupazione giovanile, invece, ha registrato un calo dal 14,4% al 13,4%, segnalando un trend positivo. Tuttavia, al Sud, la disoccupazione giovanile rimane tre volte superiore rispetto al Nord. Il tasso di occupazione giovanile al Sud si attesta al 33,1%, mentre al Centro e al Nord raggiunge rispettivamente il 47,3% e il 53,4%. Le differenze territoriali sono accompagnate anche da un divario di genere: il tasso di occupazione femminile si attesta al 38,6%, mentre quello maschile è del 51%.
Al di là della crisi e del salto generazionale citato, anche questi dati pongono l’attenzione su una probabile sovrapposizione di tendenze e di eventi che delineano oggi prospettive poco incoraggianti. Anche l'avvento delle mansioni digitali sembra aver influito nelle scelte delle famiglie, almeno in parte.
Rosario Fresta: “Sicuramente bisogna distinguere due fasi diverse del passato. In piena crisi edilizia dal 2008 in poi, ha influito la mancanza di lavoro. Penso a quelle famiglie che lavorano nelle nostre aziende in cui a un certo punto si è interrotto il passaggio generazionale da padre in figlio, laddove quest’ultimo ha cercato fortune in altri settori".
"Un altro problema a mio avviso è di matrice culturale: le nuove discipline, un mondo sempre più tecnologico e interconnesso, hanno probabilmente indotto la classe genitoriale a orientare i propri figli verso mansioni differenti, in funzione del fatto che il mestiere del muratore o del carpentiere non costituisse il massimo dell'aspirazione a cui ambire. Il mondo social forse ha restituito una falsa apparenza in cui tutto sembra facile da raggiungere e realizzare attraverso un telefonino. Questo non è un messaggio positivo".
In contrasto a questa problematica si assiste tuttavia ad un timido fenomeno incoraggiante, che lascia qualche speranza nell’immediato futuro.
Rosario Fresta: “Ci sono tanti ragazzi, tra geometri, ingegneri e architetti, che lentamente stanno rientrando dalle loro esperienze professionali all’estero. Le opportunità lavorative che si stanno preconfigurando con i progetti e gli investimenti attuali stanno aprendo al loro rientro in Italia, con la prospettiva di lavorare e crescere nelle nostre aziende. Questo indubbiamente ci fa piacere".
Promised Lands: Quindi secondo lei il settore ha ancora un appeal per i giovani?
Rosario Fresta: “Ma sì, secondo me sì. Il grande sforzo che stanno facendo tante aziende è quello di migliorarsi sotto tutti i punti di vista, a partire dal benessere aziendale e del lavoratore, offrendo maggiori servizi ai propri collaboratori. Questa tipologia di azienda andrebbe indubbiamente premiata”.
Catania, cosa bolle in pentola?
Dopo aver affrontato argomenti di ampio respiro strategico che influenzano direttamente Ance Catania e i suoi associati, è giunto il momento di approfondire la situazione sul territorio locale. Delineiamo insieme al nostro interlocutore un quadro di progetti, già in corso o in fase di avvio, che determineranno un impatto tangibile e significativo sull’area metropolitana, specialmente in tema di opere pubbliche.
Rosario Fresta: “A Catania sono in corso una serie di interventi importanti: penso alla metropolitana che collegherà la città con Misterbianco, Paternò e i Paesi etnei. Penso ai lavori dell'autorità portuale e alla realizzazione della nuova darsena, nonchè all'elettrificazione delle banchine del porto di Catania. E’ in corso anche la costruzione della nuova cittadella giudiziaria.
In tema di grandi infrastrutture, qualche settimana fa hanno approvato il bando per l'intervento della stazione di Acquicella Porto, che consentirà finalmente il prolungamento della pista all'aeroporto di Fontana Rossa. Le ferrovie sicuramente stanno giocando un ruolo importante con gli interventi strutturali previsti sull’asse verso Palermo e Messina".
Un ulteriore strumento di investimento per le comunità locali sono costituiti dai Piani Urbani Integrati finanziati dal PNRR, che si rivolgono alle periferie delle città Metropolitane per creare servizi ai cittadini e trasformare i territori più vulnerabili in smart city e realtà più sostenibili.
Rosario Fresta:“Il Comune di Catania è assegnatario di circa 85 milioni di euro, concentrati in grande parte nella zona di San Berillo e Corso Sicilia. Sono interventi che daranno un nuovo volto alla città e la concreta possibilità di rigenerare aree in cui c’è tanto da fare”.
Un mosaico di progettualità, un volume di investimenti con pochi precedenti in passato e che costituiscono una opportunità unica nella storia del territorio.
Rosario Fresta: “Abbiamo davanti 5-6 anni in cui non possiamo sbagliare, non possiamo perdere questo treno. Dobbiamo essere bravi a fare ognuno la propria parte, dalla politica a noi costruttori, concentrati nel raggiungere l'obiettivo finale, ovvero rendere la nostra terra più decorosa, dignitosa e soprattutto attrattiva".
Il problema “soglia” nel nuovo codice degli appalti
Il vuoto generazionale nelle maestranze non è evidentemente l’unica problematica a cui deve far fronte il segmento dei costruttori in questo preciso momento storico. La volubilità delle misure normative impone importanti capacità nell’adeguare l’operatività aziendale ai rinnovati contesti legislativi e di mercato.
Emerge un complesso rapporto della categoria con la burocrazia, nel più classico binomio pubblico-privato in cui velocità di reazione e modalità operative collimano a singhiozzo. Il tema della semplificazione procedurale ci consente di focalizzare l’attenzione sui rischi di un sistema appesantito, a dire del presidente Fresta, da eccessiva burocrazia.
Rosario Fresta: “Uno dei problemi con cui ogni giorno ci confrontiamo è la burocrazia che troppo spesso incide negativamente sul nostro mondo. Oggi registriamo grandi difficoltà nell'accesso al credito. Con l'aumento dei tassi di interesse sta diventando troppo oneroso per le nostre aziende rimanere competitive".
"Non solo, proprio sul PNRR già citato, segnalo un grande problema sulle tempistiche. Siamo oggettivamente preoccupati dal ritardo dei pagamenti che si stanno già verificando, sebbene i progetti siano in fase embrionale. Un’ulteriore criticità è legata al caro materiale su cui ANCE nazionale, devo dire, ha assunto un ruolo fondamentale nel pressing per la definizione del Decreto Aiuti, un’autentica boccata d’ossigeno per l’intera categoria a seguito del Covid e della guerra in Ucraina".
Dal PNRR al nuovo codice degli appalti. Dal 2023 ha introdotto importanti modifiche per rendere il processo di gara più trasparente, efficiente e digitale, almeno nelle intenzioni.
Rosario Fresta: “Abbiamo condiviso, come ANCE, i principi del nuovo codice, nato in fretta e scritto in tempi molto veloci al Consiglio di Stato. Come ANCE siamo stati chiamati per una veloce consultazione.
Condividiamo il principio della fiducia e dell'equilibrio contrattuale. Devo dire che ci è stato riconosciuto dopo oltre 30 anni la volontà di reintrodurre il principio di revisione dei prezzi. Dopo Tangentopoli era stato rimosso e non se ne poteva neanche più parlare, quindi da questo punto di vista apprezziamo lo sforzo che ha fatto il legislatore.
Sul principio del risultato siamo d'accordo, mentre sul rapporto fiduciale ci poniamo il tema della concorrenza, relativamente alle procedure negoziate. La troppa discrezionalità che è stata lasciata alle stazioni appaltanti, ai responsabili del procedimento, è una criticità".
Il nostro paese è grande, ogni territorio ha le sue peculiarità, le sue diversità. Quello che va bene per noi in Sicilia non è detto che vada bene in Veneto, in Lombardia o viceversa, anzi, tutt'altro. Da noi, soprattutto in Sicilia, c'è un’alta concentrazione di imprese di costruzione che operano nel settore pubblico. Selezionare pochi operatori e lasciarne fuori la maggior parte non è ciò di cui questa terra ha bisogno.
Un dibattito molto sentito a queste latitudini, che denota una preoccupazione cogente dell’associazione di categoria sul tema dell’accesso alle opportunità.
Rosario Fresta : “Stiamo cercando di proporre dei correttivi alla norma, in particolare sul valore del sottosoglia. Una volta la soglia della regione per le procedure negoziate era il milione di euro. Gli attuali 5 milioni della soglia comunitaria ci mette in estrema difficoltà. Secondo me sarebbe corretto ripristinare la soglia precedente, mentre per cifre maggiori procedere con aste pubbliche. In questo modo si dà la possibilità e il diritto a tutti di poter concorrere".
Tale riflessione è evidentemente motivata da una profonda consapevolezza del tessuto imprenditoriale locale, capace di esprimere aziende strutturate per i grandi appalti ma che costituiscono una minoranza nel contesto produttivo. Il segmento di piccole-medio imprese, decisamente più rappresentativo e nutrito, rischia di essere tagliato fuori da tutta quella progettazione di opere che fluttua tra questi valori di soglia.
La commissione di studio lavori pubblici di ANCE nazionale sta recependo in tal senso le richieste delle delegazioni territoriali affinchè si giunga alla definizione di una proposta di modifica della norma che possa contribuire a calmierare l’entità del problema.
Pericolo sismico ed efficientamento energetico: a chi l'onere?
In coda all'intervista con il Presidente Fresta emergono diversi punti di interesse riguardanti la collaborazione tra l'associazione e gli ordini professionali, con un'attenzione particolare alla sostenibilità e alla sicurezza sismica. A precisa domanda, il presidente sottolinea l'ottimo rapporto che intercorre con tutte le categorie di professionisti e che si manifesta attraverso numerose iniziative congiunte.
Rosario Fresta: “Penso ai concorsi di progettazione su due fasi che abbiamo proposto nel 2020 al comune di Catania. Un input operativo che ha fornito uno strumento valido e altamente qualificante nella progettazione e che oggi il Comune ha adottato e messo in pratica più di una volta".
Una sottolineatura con la matita rossa è stata posta sulla sensibilizzazione riguardo all’alto rischio sismico della città di Catania.
I due eventi sismici più significativi per la città di Catania negli ultimi secoli sono stati il devastante terremoto del 1693 e quello del 1818, che causò danni notevoli. Questi eventi sono stati presi come riferimento nel progetto Risk-UE (2004) per sviluppare due scenari sismici di livello I e II. Il primo scenario, di livello I, considera la frattura di un segmento significativo della faglia Ibleo-Maltese, lungo 60-70 km, con una magnitudo di 7.4 sulla scala Richter. Il secondo scenario, di livello II, riguarda una rottura di faglia più profonda sul fianco nord dell'Etna, con una magnitudo di 6.0. Nell'ambito dello stesso progetto Risk-UE, è stata effettuata un'analisi probabilistica utilizzando un modello delle Zone Sismogenetiche responsabili della sismicità dell'Italia orientale per calcolare la pericolosità sismica.
Questo studio ha determinato la severità dello scuotimento atteso a Catania per un periodo di ritorno di 475 anni, valore di riferimento secondo l'Eurocodice sismico europeo.
Lo scenario probabilistico prevede che l'area urbana di Catania potrebbe sperimentare valori di accelerazione massima compresi tra 0,15g e 0,25g, in linea con la classificazione sismica attuale che posiziona Catania in zona 2 (fonte: Comune di Catania).
Da anni Ance Catania si è resa promotrice di convegni, seminari e studi, sponsorizzando anche dottorati di ricerca con l'Università di Catania per approfondire il tema della sicurezza sismica degli edifici. Comprendere la vulnerabilità sismica del territorio e la necessità di una politica fiscale mirata all'adeguamento sismico delle costruzioni: sono queste le priorità che ANCE Catania rilancia a gran voce.
Rosario Fresta: “I nostri edifici, soprattutto quelli risalenti al 1970, presentano profili di rischio altissimi. Noi tutti siamo spesso convinti di possedere una casa con valore al metro quadrato altissimo, in realtà siamo seduti su una bomba ad orologeria. E' brutto dirlo ma è così.
Su questa criticità abbiamo fatto fronte comune insieme ad ingegneri, architetti e geologi e dall’anno scorso anche ISI - Associazione Ingegneria Sismica Italiana, che ha proprio presso ANCE Catania una sede operativa.”
Il tema è concreto quanto complesso, che apre ad una riflessione più ampia anche sulla proiezione energetica degli edifici prevista dalla Comunità Europea.
La Comunità Europea ha approvato una direttiva per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, nota come la “Direttiva sulle case green”, che mira a ridurre significativamente il consumo energetico e le emissioni di gas inquinanti di case e palazzi entro il 2035, con l’obiettivo finale di realizzare immobili che non producano emissioni inquinanti entro il 2050.
Per gli edifici residenziali, ogni Stato membro dell’Unione Europea dovrà impegnarsi a ridurre nel complesso il consumo medio di energia del 16% entro il 2030, e di almeno il 20% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, la direttiva prevede che entro il 2030 ne venga ristrutturato il 16%, ed entro il 2033 il 26%.
Questi interventi dovranno garantire che gli immobili ristrutturati rispettino nuove norme minime di prestazioni energetiche. Inoltre, la direttiva prevede l’installazione obbligatoria di pannelli solari nei nuovi edifici pubblici dal 2026 al 2030.
Rosario Fresta: “Con il Superbonus, tanto demonizzato, abbiamo visto che si è riusciti ad intervenire sul 7% circa del patrimonio edilizio esistente nazionale.
La domanda che pongo è: a chi è lasciato l’onere di intervenire sugli edifici per arrivare agli obiettivi previsti nel 2030 prima e del 2050 poi? Di sicuro i cittadini proprietari non hanno la forza economica per farlo. Bisogna avviare una riflessione seria per promuovere una politica fiscale di incentivi, strutturata ad hoc, che sia capace di dare un reale supporto a chi non può permettersi certi investimenti.
Bisogna farlo in tempi veloci, perché gli obiettivi che l’Europa ci impone secondo me sono difficili da realizzare".
Analogamente, l’efficientamento coinvolge anche gli edifici pubblici che, a differenza dell’edilizia abitativa, dispone oggi di misure dello Stato dedicate in termini di sovvenzione finanziaria. La transizione energetica in generale dovrà fondarsi su un piano di aiuti mirato, attento alle diverse condizioni.
Rosario Fresta: “Penso a tutto quello che si sta facendo nel mondo dell'agrifotovoltaico. Il PNRR in tal senso è stato un grande impulso. Anche il Superbonus lo è stato, sebbene abbia palesato tante criticità nel modo in cui è stato condotto e regolamentato. Noi, per esempio, dal primo momento, abbiamo chiesto a gran voce la qualificazione delle imprese affinché si scongiurasse la proliferazione incontrollata di società edilizie".
Se ci avessero ascoltato, magari inserendo nella normativa qualche vincolo ulteriore per l’accesso al contributo, il Superbonus sarebbe durato negli anni
La generazione di progettualità scaturita dalle iniziative come il PNRR e il Superbonus 110% sta rappresentando una palestra per il futuro del settore edilizio. Occorre necessariamente fare tesoro di questi anni caratterizzati da sperimentazioni, procedure, investimenti e regolamentazioni. Se il legislatore saprà capitalizzare su queste esperienze, il settore edilizio potrebbe svilupparsi ben oltre la scia degli attuali investimenti.
Gli ambiziosi obiettivi europei del 2030 e del 2050 sembrano lontani, ma il tempo di agire è ora. Imparare dagli errori e promuovere una costante interlocuzione con gli addetti ai lavori saranno due passaggi fondamentali per garantire al settore la solidità necessaria a sorreggere queste sfide incombenti.