- INFO POINT
- Di Matteo Ferrario
- Cosa: Chorus Life Bergamo
- Dove: Bergamo
- Stato: Cantiere
Il primo FORMAT di rigenerazione urbana
Edilizia TerziariaÈ in fase di completamento a Bergamo, nell'area ex OTE (Officine Trasformatori Elettrici), lo sviluppo da parte del Gruppo COSTIM di un nuovo modello di città e di socialità urbana, che si estende su una superficie di circa 150mila m2 e includerà un’arena, un parcheggio, negozi, una urban spa, un percorso sky-jogging, un hotel e un residence.
Choruslife digital district
© Joseph
ChorusLife Bergamo, progettato da Joseph di Pasquale (JDP Architects) per Chorus Life SpA (Gruppo POLIFIN), non è soltanto un nuovo pezzo di città che sta prendendo forma sul territorio bergamasco, ma un vero e proprio format architettonico e urbanistico, che il gruppo COSTIM ha l'obiettivo di replicare in esclusiva anche in altri contesti sia in Italia che all'estero.
Vocazione internazionale e radici nel Novecento milanese
JDP Architects è uno studio di architettura particolarmente radicato nella tradizione italiana e nella scuola milanese del Novecento, e forse proprio per questo dal respiro internazionale: nel suo portfolio annovera infatti progetti come il Guangzhou Circle, un grattacielo molto noto in Cina, il cui concept architettonico è ispirato al fortissimo valore iconico dei dischi di giada e alla tradizione numerologica del feng shui.
Il fondatore Joseph di Pasquale è un architetto con un percorso atipico, perché per un lungo periodo della sua vita ha lavorato anche nel cinema. Quella che segue, prima ancora di un'intervista esclusiva rilasciata dall'architetto a PromisedLands, è una conversazione sull'architettura: su quello che è cambiato nella professione e su tutto ciò che rimane valido nella lezione dei maestri moderni.
Un campus abitativo di prossimità
PromisedLands: Il progetto di ChorusLife Bergamo, come sottolineato da Joseph di Pasquale nel corso dell'incontro, è un'iniziativa presentata per la prima volta nel 2016 da una figura storica del mondo industriale italiano, l'imprenditore e Cavaliere del Lavoro Domenico Bosatelli, e parte dalla sua idea di socialità urbana e di prossimità. Per prima cosa, abbiamo chiesto allora a di Pasquale in che modo, come architetto e urbanista, sia riuscito a tradurre il concetto di prossimità in un linguaggio progettuale, e che tipo di problematiche abbia aggiunto la situazione imprevista legata al Covid.
Joseph di Pasquale: "ChorusLife Bergamo è quello che io chiamo da un punto di vista teorico un campus abitativo di prossimità".
" Intendo con questo un contesto urbano in cui la presenza di una serie di servizi vicini all'abitazione entra in risonanza con l'ambientazione stessa. Il perimetro domestico, che fino a qualche anno fa era identificabile con i muri esterni dell'appartamento, ora si è esteso grazie soprattutto al mondo digitale e alla possibilità di esperire la città attraverso di esso. Quello che una volta si poteva fare a casa, adesso è fattibile anche vicino a casa - e lo stesso vale per il lavoro, che adesso si può svolgere anche da remoto".
"Sul piano più specificamente progettuale" prosegue di Pasquale "la caratteristica principale del masterplan è quella di considerare il vuoto più importante del pieno. Si tratta di un approccio opposto a quello tradizionale. Perché si generi una socialità, infatti, è necessario disegnare lo spazio tra le cose ancor più che le cose stesse, senza limitarsi a riempirlo. Fare spazio alle attività sociali significa anche, appunto, disegnarlo.
Il contenimento dello spazio interiore e la delimitazione dello spazio esteriore: guardando il masterplan si nota che tutte le funzioni principali sono situate lungo il bordo, mentre all'interno il protagonista è lo spazio, il vuoto, dove si presume e ci si aspetta che avvengano le relazioni.
Altro presupposto di questo spazio è la totale pedonalità. Non ci sono strade che lo attraversano, ma una grande dotazione di parcheggi in sotterraneo, una tranvia e un imponente lavoro di ricucitura con percorsi di mobilità dolce, che includono anche un sovrappasso ciclopedonale".
"Le specificità originarie sono queste.
Il Covid è arrivato quando eravamo già in fase di cantiere: è stato naturalmente un dramma a livello globale e locale, ma che in un certo senso ci ha offerto l'occasione di confermare la bontà delle scelte iniziali, proprio in tema di prossimità".
"Il tema è di rilievo per le pubbliche amministrazioni, tanto che il comune di Milano ha redatto, proprio durante il lockdown, un documento strategico sulle linee di orientamento del disegno urbano, che conteneva in una sua parte il concetto della cosiddetta 'città in 15 minuti'".
"È stata per noi una conferma del concetto di 'campus abitativo di prossimità' e di quanto avevamo intuito già nel 2016, nei principi progettuali e di disegno urbano alla base del masterplan di ChorusLife Bergamo".
PromisedLands: Questo concetto dei 15 minuti si associa anche a quelli, estremamente attuali, della cosiddetta "mobilità da ultimo miglio" e della micro-mobilità?
Joseph di Pasquale: "Certamente. In ChorusLife Bergamo mi sono trovato a condividere totalmente l’approccio del committente, adottando una strategia che puntava a favorire il cambiamento consapevole delle abitudini anche relative alla mobilità, superando la logica del divieto e immaginando un contesto urbano in cui determinati comportamenti risultassero come delle opzioni convenienti, senza cioè che fossero percepite come scelte obbligate. Per questo ChorusLife Bergamo è un campus completamente pedonalizzato ma con un'adeguata dotazione di parcheggi, come peraltro prescrivono le norme. Gli oltre 1000 posti auto, di cui una buona percentuale saranno attrezzati per la ricarica elettrica, costituiscono sicuramente un investimento non indifferente, ma sono anche un servizio che ha una valorizzazione importante lungo tutto il ciclo di vita, a fronte di costi di gestione praticamente nulli. Penso che sia un’alternativa molto convincente rispetto all’approccio rinunciatario della cosiddetta urbanistica tattica, che personalmente non condivido perché la considero il tentativo di realizzare una visione ideologica del futuro urbano, prescindendo completamente dalle esigenze concrete del presente".
"Far scomparire da un giorno all’altro i parcheggi senza dare soluzioni alternative, o realizzare piste ciclopedonali solo dipingendole sull’asfalto e riducendo le corsie distinte alle auto, forse può dare un vantaggio elettorale, ma a mio avviso si tratta di soluzioni destinate al fallimento nel lungo periodo, perché pretendono di cambiare la sostanza delle cose partendo dalla superficie dei problemi. Già la definizione 'urbanistica tattica' rappresenta una rinuncia, dal momento che le guerre non si vincono con la tattica ma con la strategia. Laddove applicate, per il momento simili tattiche hanno generato disagi, aumento del traffico e purtroppo molti incidenti anche gravi specie per pedoni e ciclisti. Considerare questi disagi e queste vittime come degli 'effetti collaterali' necessari per generare i cambiamenti comportamentali, in nome di un approccio ideologico alla mobilità, è un metodo che trovo inaccettabile, coercitivo, autoritaristico e contrario al principio di libertà e di rispetto della persona".
PromisedLands: Una scelta, dunque, del cittadino, che deve essere il frutto della consapevolezza.
Joseph di Pasquale: "Esatto: consapevolezza. Questo a mio avviso deve essere il vero obiettivo di una qualsiasi azione politica, intesa nel senso migliore e più antico del termine. Politica da polis: qualsiasi politica che non diventa città è del tutto irrilevante, perché è solo così che si genera il cambiamento. E per gli stessi motivi che ho appena illustrato, l'urbanistica e il disegno urbano, a loro volta, sono politica nel senso più alto del termine".
PromisedLands: Una responsabilità importante, sia per la committenza che per i progettisti. Ma chi è il committente, nel caso del ChorusLife? Ci vuole parlare di come nasce un progetto così ambizioso – e, come già accennato, in larga misura nuovo per l'Italia - di rigenerazione urbana?
Joseph di Pasquale: "Io credo che la ragione per la quale ChorusLife Bergamo, prima ancora del suo completamento, viene percepito come un intervento con un’identità e dei caratteri identitari che lo differenziano fortemente e lo rendono assolutamente riconoscibile, consista proprio nel fatto che, a differenza della maggior parte degli interventi di rigenerazione di analoghe dimensioni, la sua committenza ha coinciso con la visione di una singola persona: un imprenditore, che come tutti sanno è stato il Cavaliere del Lavoro Domenico Bosatelli".
"Rispetto ad altri interventi, in cui le motivazioni iniziali e le logiche decisionali sono spesso diluite in organismi impersonali o rispondono a delle logiche di tipo esclusivamente finanziario e di marketing, qui si percepisce invece che c’è molto più di questo".
"In ChorusLife c’è il desiderio di un grande imprenditore di far diventare città, e quindi di eternare, l’universo di valori e di principi basati sull’idea di socialità collaborativa che prima di Choruslife aveva perseguito nella costruzione della sua realtà imprenditoriale e produttiva".
"Personalmente ho avuto forse il merito di aver intuito per primo questa istanza nel momento in cui sono stato interpellato, e di essermene fatto interprete come progettista e come architetto. L’ho fatto, innanzitutto, perché mi sono ritrovato in questa visione che di fatto ho sempre considerato la vera 'mission' di questo progetto, e poi perché in qualche modo ho assistito e contribuito al suo processo di gestazione nei primi due anni di lavoro sul progetto nei quali gli obiettivi non erano ancora ben definiti e il lavoro si sviluppava in un dialogo a due, in cui ad ogni passaggio emergevano a uno a uno i contenuti che poi avrebbero costituito il DNA di ChorusLife Bergamo".
PromisedLands: Da qui il valore - economico ma allo stesso tempo urbanistico, architettonico e sociale - di quello spazio vuoto cui si faceva riferimento in precedenza, in contrapposizione alle vecchie logiche dell'attività immobiliare speculativa.
Joseph di Pasquale: "Sì, e sottolineo ancora una volta che rispetto alle logiche del valore piuttosto aride a cui siamo purtroppo abituati, qui c’è qualcosa che va molto oltre: la logica del valore relazionale, che deriva direttamente dalla visione della committenza di cui abbiamo già ampiamente parlato".
"È stato detto molto a proposito del fatto che il valore di una destinazione urbana non stia tanto nel numero di persone che la visitano per la prima volta, ma nel numero di coloro che ci ritornano".
"È questo il vero contenuto ‘premium’, come diremmo oggi, della qualità urbana: fare dello spazio urbano un’esperienza memorabile, che abbia cioè un contenuto emozionale. Ed è per questo motivo che i parchi tematici e, dal mio punto di vista, l’urbanistica barocca, sono stati i punti di riferimento per la definizione dei caratteri progettuali di ChorusLife sia sotto gli aspetti architettonici che di gestione, sempre nell’ottica, quindi, del ciclo di vita".
"Il risultato che ci si attende è che ChorusLife diventi uno degli hub relazionali della città, un luogo dove andare e dove ritornare, e soprattutto dove la bellezza e l’emozione che genera permettano di dare valore alle relazioni".