- INFO POINT
- Di Laura Marcellini
- Stato: Manutenzione e TCO
La cultura della sicurezza
ProtagonistiLondra, Milano, Valencia, Copenaghen: città bellissime, mete turistiche, luoghi incantevoli.
No, non è questo che le accomuna!
Grenfell Towers - Londra, 14 giugno 2017, 72 morti
Torre dei Moro – Milano, 29 agosto 2021, nessuna vittima, per mera fortuna
Grattacieli Campanar - Valencia, 23 febbraio 2024, 10 morti
Vecchia Borsa di Copenaghen – 16 aprile 2024, 3 morti
Sono solo alcuni degli ultimi incendi in edifici di cui si è fatta particolare attenzione.
Una storia, dunque, che tristemente si ripete: l'umanità – purtroppo e tragicamente - ha sempre bisogno di grandi tragedie, di morti, di disastri per innescare la strada del buon senso.
E così, se l'incendio della Grenfell Tower di Londra, è diventato un simbolo nel campo della sicurezza antincendio e ha accelerato il rinnovamento di ulteriori normative e nuove regole di sicurezza anche in Italia, è pur vero che sono ancora moltissimi gli edifici in una condizione di potenziale pericolo, così come ancora troppo spesso gli interventi in caso di riqualificazione mirino essenzialmente al risparmio energetico ma non all'uso di materiali edili più sicuri.
Grenfell Tower
La Grenfell Tower fu costruita negli anni '70; un edificio di 24 piani, poco più di 67 metri, suddiviso in 120 appartamenti.
Il progettista, l'architetto Nigel Whitbread, si focalizzò sulla sicurezza e sulla stabilità alla luce del disastro che aveva colpito un'altra torre, nel 1968, la Ronan Point. Dunque la torre era stata progettata per resistere in caso di incendio, grazie a muri molto spessi e all'installazione di porte tagliafuoco, e per questo motivo non era stato installato un allarme antincendio e c'era una sola scala come via d'uscita.
Purtroppo, i lavori di ristrutturazione del 2015, videro l'installazione di nuove finestre ed un rivestimento delle pareti esterne, in pannelli compositi in alluminio, progettato per fornire protezione dalla pioggia e migliorare l'estetica e l'efficienza energetica. Quel 14 giugno 2017, un frigorifero prese fuoco in uno degli appartamenti al quarto piano.
I vigili del fuoco sono arrivati in sei minuti sul luogo, ma le fiamme, attraversando il telaio degli infissi hanno raggiunto i pannelli esterni impermeabili ma combustibili. Nulla hanno potuto l’uso di idranti antincendio e le fiamme sono state spente solo il giorno successivo all’inizio dell’incendio.
Il disastro ha causato danni per oltre 1 miliardo di sterline e come segnalato prima la perdita di 72 vite.
Torre dei Moro
La Torre dei Moro era un edificio di 18 piani, in via Antonini 32 a Milano, completato nel 2011.
Caratterizzato da un'architettura particolare, aveva una struttura interna a parallelepipedo coperta da facciate ricurve su un telaio che nascondeva i balconi, per un’altezza di circa 60 metri.
Il 29 agosto 2021 le due 'vele' ricurve si sono incendiate rapidamente ed hanno inghiottito la parete esterna della torre.
Ottanta famiglie sono rimaste senza casa.
Vecchia borsa di Copenaghen
Costruito nel XVII secolo su volere di Cristiano IV, Re di Danimarca, l'edificio Børsen ospitava moltissime opere d’arte, oltre a rappresentare un luogo di importanza simbolica per i cittadini, e facile da distinguere per la peculiare forma della sua guglia, che raffigurava l’intreccio tra le code di quattro draghi.
Conosciuta anche come “guglia del drago” rappresentava una delle massime espressioni dello stile rinascimentale della Scandinavia.
L’incendio ha causato il crollo della guglia che sovrastava il palazzo, che ospita la Camera di commercio danese.
L'edificio era, in quel momento, in ristrutturazione e ospitava al suo interno opere d'arte di valore inestimabile. Un rogo che ricorda quello di Notre-Dame del 2019.
Torri di Valencia
Le due torri del complesso residenziale di lusso di 14 piani situato nel quartiere Campanar di Valencia, in Spagna, furono costruite tra il 2005 e il 2009 dall'imprenditore privato Fbex, fallito nel 2010.
La rapida diffusione dell'incendio, esacerbata dai forti venti, dai materiali da costruzione e dall'effetto camino, portò alla completa distruzione dei 138 appartamenti del complesso, intrappolando numerosi residenti all'interno.
L'incendio ha inghiottito l'intero primo edificio nel giro di 10 minuti, e subito dopo si è esteso al secondo.
Dieci corpi senza vita sono stati recuperati.
Mancano normative specifiche per garantire un giusto livello di sicurezza nei cantieri, così come non esistevano norme adeguate che considerino le facciate di edifici alti, in forte aumento in Italia.
È praticamente nulla la norma che regola la sicurezza antincendio sui ponteggi mobili, e molto spesso pannelli pubblicitari e installazioni led sulle facciate contribuiscono e possono innescare incendi.
Ne abbiamo parlato con Davide Luraschi, Ingegnere e Docente di Ingegneria della Sicurezza Antincendio e Ingegneria della Sicurezza Antincendio Avanzati e Fire Safety Engineering al Politecnico di Milano, e Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
Davide - quarta generazione di ingegneri - e seconda generazione di ingegneri attivamente coinvolti nella preparazione e nella revisione degli standard normativi di progettazione antincendio, e nonostante all'inizio della sua carriera professionale (si occupava prevalentemente di ristrutturazione di beni storici) trovasse “noioso” e meccanico il tema, durante la ristrutturazione di un museo e soprattutto con i cambiamenti importanti a livello di normative e competenze, si è appassionato così tanto alla materia, da occuparsene quasi al 100% del suo tempo, diventando professionista della sicurezza antincendio a tutto tondo e docente, della medesima materia, al Politecnico di Milano.
DAVIDE LURASCHI
"Prima del 2011 il professionista antincendio era (semplificando) un applicatore di norme; oggi parliamo di un ingegnere prevenzione incendi che si occupa integralmente della sicurezza antincendio.
Una rivoluzione tale che mi ha portato a realizzare un Corso di Ingegneria della sicurezza antincendio presso il Politecnico di Milano; ed una passione che mi ha portato a diventare membro della Commissione Antincendio dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e referente italiano per la IFSS Coalition, voluta nel 2018 dalle Nazioni Unite e, sia da quando ero consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e ancor più oggi che sono Presidente del Collegio degli Architetti e Ingegneri, a divulgare quella che è la cultura della sicurezza antincendio.
La responsabilità di un progetto e di quanto realizzato è un onere che si ha soprattutto nei confronti della comunità.
È questa una responsabilità che, dal 2011 è sempre più a carico del professionista antincendio, che non solo deve redigere un progetto integrato e che da tutti i punti di vista comprenda le altre discipline in nome della sicurezza antincendio, ma che deve poi asseverare quanto realizzato, garantendo così la conformità del manufatto o dell'opera sia al progetto sia alla normativa, tutta.
È lui che autorizza l'esercizio dell'attività dal punto di vista della sicurezza antincendio.
Una volta, infatti, il certificato che si chiamava CPI - certificato Prevenzione Incendi, era rilasciato dai Vigili del Fuoco: oggi è direttamente il Professionista antincendio e il Titolare dell’Attività, in attesa di un eventuale sopralluogo dei VVF, che autorizzano, ciascuno con la propria firma ed il proprio ruolo, l’inizio dell’attività “pericolosa” dal punto di vista antincendio, con un impegno ed una responsabilità enormi e, purtroppo, per il Professionista Antincendio non adeguatamente riconosciuta da un punto di vista economico.
Ma c’è un altro importante problema: è difficile, se non impossibile, dichiarare che qualcosa già realizzato sia perfettamente conforme alla normativa antincendio ed alle necessarie misure di contenimento del rischio, se molte delle strutture e degli impianti non sono più visibili quando viene chiamato il Professionista antincendio per apporre la propria firma che autorizza l’esercizio dell’attività.
Fare affidamento su relazione di terzi, magari non specificatamente formati non è proprio la procedura più corretta per la sicurezza.
E’ necessario, a mio avviso, ricorrere ad una nuova figura specificatamente formata, creare un Professionista, un “Ingegnere dell’antincendio”, che si occupi di assistenza alla direzione lavori antincendio. Come esistono specifiche figure per la DL impianti e strutture, ci deve essere una figura specifica per la sicurezza antincendio. Non delegare a terze figure o, come troppo spesso avviene, a nessuno di specifico. Attenzione: la norma prevede che la DL antincendio possa essere assunta dallo stesso DL, se adeguatamente formato, ma l’obiettivo a cui vorrei giungere e che vi sia una figura specifica.
PROMISEDLANDS
Gli sconti fiscali dal Superbonus in poi si sono focalizzati sul risparmio energetico, cioè la condizione per ottenere lo sconto fiscale, ma non sull'uso di materiali edili più sicuri.
Non sarebbe forse stato più saggio e lungimirante approfittarne per utilizzare materiali che non propaghino facilmente gli incendi?
Case più efficienti, ma la sicurezza? E’ forse opportuno associare all’invito al risparmio energetico anche la sicurezza antincendio con opportuni accorgimento sulla scelta dei materiali e la loro collocazione.
DAVIDE LURASCHI
“Per me è ancora oggi difficile accettare che molti edifici si prestino ad avere una certificazione energetica alta, un basso impatto ambientale e protocolli di sostenibilità giusti e doverosi, ma nessuno guardi la sicurezza antincendio come un fattore differenziale importante: un valore e una priorità.
Per anni la sicurezza antincendio è stata vista come una tassa piuttosto che come un'opportunità, e l'incendio come un problema altrui, un evento lontano da noi. Eppure, le città sono responsabili di quasi il 23% di tutti gli incidenti registrati e questo è un rischio reale. L'antincendio è un risparmio, non un costo e la sicurezza non è un'opzione.
Il super bonus e gli incentivi fiscali in generale si sono sempre e solo concentrati sul miglioramento del patrimonio edilizio e l'efficienza energetica, ma talvolta, soprattutto laddove vi era fretta ed approssimazione, ha peggiorato le cose.
Questo è l’approccio che porto anche nei nostri progetti come presidente del Collegio e – anche negli ultimi eventi con i RICS - l'ente mondiale più affidabile in materia di norme professionali per il mercato immobiliare, per la gestione del territorio e delle costruzioni - per divulgare una cultura che porti degli standard ufficialmente internazionale anche in Italia, che mi preme dire rimane comunque una delle Nazioni europee maggiormente attenta alla problematica della sicurezza antincendio.
PROMISEDLANDS
In Italia, è in vigore l'obbligo di elaborare un piano di sicurezza antincendio per i condomini con una "altezza antincendio" superiore a 12 metri.
Dopo il recente boom di interventi di isolamento degli edifici, l'effettiva sicurezza di queste misure è oggetto di un acceso dibattito.
DAVIDE LURASCHI
Già nel 1987, con il DM 16/05/1987, n. 246 (aggiornato al 16/10/2020), sia più recentemente con la RTO e RTV - DM 19/05/2022: nuovo capitolo V.14 “Edifici di civile abitazione” (in vigore dal 29/6/2022) si definisce il rischio di incendio e quelle che sono le strategie applicative per poter progettare la sicurezza negli edifici già da altezza superiori a 12 metri. In particolare, il Codice e i successivi decreti (ad esempio il D.M. 12 aprile 2019) definiscono puntualmente il rischio di incendio e, come è noto, estendono il campo di applicabilità volontaria a tutti gli edifici (a tutte le attività), indipendentemente dalla loro assoggettabilità al controllo dei Vigili del Fuoco (attività sotto-soglia o non soggette).
Dobbiamo essere orgogliosi e soddisfatti di avere nel Ministero dell'Interno un Corpo come i Vigili del Fuoco che promuovono queste normative.
Abbiamo dunque fatto molti passi avanti, ma affrontiamo altrettanti grossi rischi in altri settori come, appunto, la riqualificazione energetica degli edifici, soprattutto quando ci affidiamo a tecnici non competenti e/o poco edotti sui rischi connessi all’uso di materiali combustibili.
Se da un lato è necessario avere maggior attenzione sul tema del cappotto termico (ad esempio) sul nuovo, altrettanta cura va riposta nelle riqualificazioni, stando molto più attenti a quello che mettiamo in facciata o in copertura, non guardare solo all'aspetto meramente estetico, economico o del risparmio energetico ma guardando anche alla sicurezza antincendio. Soprattutto nelle riqualificazioni è sempre necessaria una meticolosa analisi del rischio.
Un altro fattore di rischio, ahimè non presente nell’elenco di cui allegato I del DPR 151/2011 (attività soggette al controllo dei VV.F.) è la sicurezza antincendio dei cantieri temporanei o mobili, con tutte le conseguenze che derivano da queste attività. Ma qui si apre un capitolo a parte… è uno degli argomenti su cui, come professionista e docente universitario mi sto impegnando e battendo maggiormente. Da ultimo, altro punto di interesse è quello relativo alla mancanza di incentivi mirati alla sicurezza antincendio. Vi sono infatti incentivi sulla riqualificazione energetica incentivi sul miglioramento sismico degli edifici addirittura sul verde … ma non vi è nessuno che abbia proposto, oltre a me, un incentivo sul miglioramento della sicurezza antincendio, soprattutto laddove non vi è un obbligo normativo.
L'esempio classico è l'appartamento privato, dove, non vi è assoggettabilità a nessuna normativa antincendio, ma dove, statisticamente, avvengono la maggior parte degli incendi.
E allora li, lo Stato dovrebbe intervenire premiando (bonus o detraibilità ecc..), da subito, quei proprietari che decidono di migliorare in primis la sicurezza della loro abitazione (con magari estintori o impianti di rivelazione incendi o di spegnimento incendi) ma che di conseguenza estendono questa sicurezza a tutto l'edificio.”.
Esempi virtuosi di progettazione integrata
In questo periodo lo studio Luraschi & Associati è impegnato, tra gli altri, in due illustri interventi a Milano: il Museo Nazionale della Resistenza ed il Villaggio Olimpico Milano Cortina 2026.
Il Museo è situato nell'area di Porta Volta, lungo il tracciato delle Mura Spagnole, che rappresenta un nuovo asse di collegamento tra il centro storico e il Cimitero Monumentale.
Oggi, lo spazio è la testimonianza della presenza delle mura e, allo stesso tempo, ricorda le distruzioni che questa zona ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.
Progettato dallo studio svizzero Herzog & de Meuron fa parte del progetto più ampio di Porta Volta Feltrinelli. L'edificio che ospiterà il museo della Resistenza sorgerà a ovest ed è un 'gemello', anche se in scala minore, dell'edificio Feltrinelli, considerato un'icona dell'architettura contemporanea milanese e sempre seguito dallo Studio Luraschi come progettazione della sicurezza antincendio.
L'edificio è composto da tre piani espositivi, una sala per il Centro di Documentazione e un quinto piano per le mostre temporanee.
“La genesi di questo progetto è piuttosto complicata – ha tenuto a precisare Davide. La difficoltà era nell'approcciare e soddisfare le esigenze del Ministero e della Sovraintendenza, essendoci all'interno documenti di importante valore storico e simbolico così come la presenza delle antiche mura che sono inglobate nel progetto e non da ultimo il lato estetico di ricongiunzione e ricucitura di un'area importante per la cittadinanza.
Non da ultimo la presenza di essenze arboree che si è voluto giustamente cercare di preservare. In questo caso grande attenzione viene rivolta su tutti quegli aspetti non solo normati e legati alla sicurezza antincendio che partono dalla scelta opportuna dei materiali e di tecnologia. Ma che coinvolgono in un percorso progettuale olistico, tutti gli attori, orientati seguire lo stesso iter progettuale, con tutti i player, la committenza, e con il progettista antincendio che (ormai da qualche anno) non viene più relegato all'ultima fase del progetto, come una volta, quando serviva solo una firma perchè tutto fosse approvato.
Anche in questo progetto, è stata inserita, fin da subito, la figura del consulente antincendio anche come "Direzione Lavori Specialistica Antincendio”. Solo così con Committenza e Project Manager illuminati che si fa davvero la differenza.
L’altro importante progetto è quello de “Il Villaggio Olimpico Milano Cortina 2026” di Coima SGR, che è la prima parte del grande progetto di rigenerazione urbana dello Scalo di Porta Romana. Un progetto che guarda al futuro pur rimanendo consapevole del proprio patrimonio, affidato allo studio SOM Skidmore, Owings & Merrill e che sarà poi riconvertito in studentato.
Anche in questo progetto i Committenti lungimiranti e illuminati hanno saputo coinvolgere tutti gli attori fin dal principio, in un concerto di professionalità che fanno e faranno la differenza sul risultato finale.
“In questo lavoro, il nostro Studio insieme allo studio di Antonio Corbo, ha elaborato il progetto antincendio; ora siamo nella fase della direzione lavori antincendio e a breve predisporremo la SCIA antincendio; un procedimento virtuoso che vede la figura del direttore lavori antincendio, ancora non formalmente definita da un punto di vista prettamente normativo, ma già perfettamente inserita nel team di progettazione del Villaggio Olimpico e nei principali progetti interazionali”.
Che si tratti di un progetto di ristrutturazione o di nuova costruzione, alla base non possono non esserci criteri di sicurezza oggettivi e certificati, competenze e professionalità oltre a buone prestazioni tecniche ed una scelta dei materiali che non risponda soltanto ad un risparmiare sui costi. In definitiva abbiamo visto come investire in sicurezza convenga, anche economicamente.