- INFO POINT
- Di Fabiana Valentini
- Dove: Roma
- Stato: Progetto
Una Foresta di conoscenza
Spazi espositivi e musealiNel cuore della Città Eterna, una serra verde sorgerà come un'oasi di conoscenza e natura, dando vita a una visione rivoluzionaria del rapporto tra l'umanità, la scienza e l'ambiente.
Il Museo della Scienza di Roma, progettato da ADAT Studio e vincitore del prestigioso concorso internazionale per il Museo della Scienza in via Guido Reni, si pone come una delle architetture più rilevanti per la nuova visione della Capitale.
Science Forest sorgerà negli spazi dell’ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di via Guido Reni. Il concept museale vede al centro l’esperienza immersiva dell’utente che sarà chiamato ad esplorare in prima persona il connubio tra scienza, storia e ambiente.
Con un investimento di 75 milioni di euro, supportato da CDP e arricchito da un intervento privato che includerà un Polo civico, il Museo della Scienza di Roma è parte integrante del più grande progetto di riqualificazione urbana della Capitale. Il suo scopo è quello di completare il polo culturale già formato da icone come il Ponte della Musica, l'Auditorium e il MAXXI, arricchendo il tessuto culturale del quartiere Flaminio.
L'architettura di Science Forest rappresenta il dialogo costante tra natura e storia. Le sue pareti di vetro e acciaio accolgono la luce del sole, permettendo alla vegetazione all'interno di prosperare e interagire con gli spazi espositivi. Questo connubio tra verde e cultura crea un'atmosfera unica, in cui il visitatore si trova immerso in un ambiente dinamico e stimolante.
I giovani architetti di ADAT Studio hanno raggiunto un traguardo significativo con la loro vittoria nel concorso per la progettazione del nuovo Museo della Scienza a Roma. La decisione della giuria, presieduta da Daniel Libeskind, è stata annunciata durante una conferenza stampa tenutasi lo scorso luglio presso la Promoteca del Campidoglio, con il sindaco Roberto Gualtieri che ha sottolineato l'importanza di questa scelta in un contesto internazionale.
La nascita del Museo della Scienza rappresenta anche un passo avanti nel processo di rigenerazione urbana del quadrante Flaminio, come ha evidenziato la presidente del Municipio II, Francesca Del Bello. Libeskind ha descritto il progetto vincitore come iconico, ecologico e sostenibile, con una forma audace e una tecnologia innovativa.
Il Futuro si fa spazio
La struttura architettonica di Science Forest, concepita come una scatola bioclimatica passiva, rappresenta un monumento all'armonia tra uomo e natura. Con un approccio integrato, ADAT Studio ha creato una struttura in grado di garantire un microclima interno tale da offrire le condizioni ideali per tutte le specie viventi, sia animali che vegetali.
Il Museo della Scienza di Roma aspira a ottenere certificazioni di alto livello secondo i protocolli LEED® e WELL®, confermando così il suo impegno per la sostenibilità e il benessere degli occupanti. Attraverso l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia e design intelligente, il museo mira a ridurre al minimo il consumo energetico mentre offre condizioni di comfort ottimali per i visitatori.
Già dal piano terra, il museo si presenta come un luogo accogliente e inclusivo. Un foyer a doppia altezza accoglie i visitatori, mentre una caffetteria, un bookshop e un ristorante offrono spazi per il relax e il socializing.
Il parco centrale aperto alla città crea un'atmosfera vibrante e polivalente, rendendo il museo non solo un centro di esposizione scientifica, ma anche un punto di incontro per la comunità.
Una caratteristica distintiva del Museo della Scienza è la sua galleria "diffusa" per allestimenti speciali e incontri dedicati alla scienza. Numerose 'capsule' di diverse geometrie e dimensioni sono sospese nel parco, connesse tra loro da corridoi vetrati e sorrette dalla selva di alberi artificiali.
Questi spazi innovativi offrono un'esperienza unica per i visitatori, che possono esplorare la scienza in modi completamente nuovi e stimolanti.
L'attenzione al dettaglio e all'innovazione si estende anche alla struttura stessa dell'edificio. Una teca semi-trasparente corona l'edificio, consentendo la ventilazione naturale e creando un effetto camino che favorisce il ricircolo dell'aria. La copertura e il fronte sud della facciata sono rivestiti da celle fotovoltaiche, che garantiscono al museo una significativa produzione di energia elettrica.
Roma sta cambiando
Roma è in fermento con una serie di progetti architettonici che promettono di trasformare il volto della città. Oltre alla serra realizzata da ADAT Studio, ci sono numerosi altri progetti in cantiere. Tra questi spicca il progetto FO.RO Living, ideato dallo studio internazionale MCA in zona Piazza dei Navigatori. Si tratta di un complesso immobiliare di 12 piani fuori terra e tre interrati, principalmente adibito a uso residenziale. A completare l'opera saranno ampi terrazzi con piscine e vasche verdi, offrendo agli abitanti la possibilità di godere del suggestivo panorama circostante.
Altri progetti ambiziosi includono il recupero della Ex Filanda a Roma, ad opera di IT’S e Cam Spa, che mira a rivitalizzare viale Castrense introducendo funzioni collettive e attività aperte al pubblico, come coworking, spazi eventi, coliving e food.
Inoltre, One Works sta lavorando per il futuro sostenibile di piazza San Giovanni in Laterano, concentrandosi sulla sostenibilità e sulla conservazione della sua storica polifunzionalità.
Il Piano Giubileo 2025 si presenta come un ambizioso progetto di trasformazione per la città eterna. Con un budget di oltre 3,3 miliardi di euro e più di 500 progetti in cantiere, l'obiettivo è quello di rinnovare, modernizzare e valorizzare Roma in vista dell'anno giubilare.
Gli interventi coinvolgono diverse sfaccettature della città, dalla riqualificazione dei siti cristiani e pagani, al potenziamento delle infrastrutture viarie e alla cura del territorio.
Un esempio emblematico di questo impegno è rappresentato dalla grande area pedonale in fase di realizzazione a Piazza Pia, la quale fungerà da collegamento tra Castel Sant'Angelo e San Pietro, con i lavori già iniziati a luglio e previsti per essere completati entro dicembre 2024.
Altro intervento di rilievo riguarda il nodo Termini, la porta principale della città, dove la riqualificazione delle piazze della Repubblica e dei Cinquecento mirerà a creare una continuità urbanistica tra la Stazione Termini, le Mura Serviane, le Terme di Diocleziano e il Museo di Palazzo Massimo.
Infine, il restauro e il restyling del Ponte dell’Industria, con l'aggiunta di due passerelle per pedoni e ciclisti ai lati, rappresenta un ulteriore passo verso una Roma più accogliente e accessibile per tutti i suoi abitanti e visitatori.
ADAT Studio “Science Forest”, la parola agli architetti
Il Museo della Scienza di Roma è destinato a diventare una tappa imperdibile per i cittadini romani e i visitatori provenienti da tutto il mondo. È un luogo in cui la bellezza della natura si fonde con la meraviglia della conoscenza, creando un'esperienza che non solo intrattiene e istruisce, ma anche ispira e trasforma. Abbiamo chiesto agli architetti Antonio Atripaldi e Andrea Debilio di raccontarci nel dettaglio la nascita della “serra” della scienza romana.
Promised Lands:Potete approfondire le scelte progettuali legate all'esperienza dei visitatori nel museo? In particolare, come avete concepito gli spazi espositivi e interattivi per garantire un coinvolgimento significativo e stimolante per il pubblico?
Ci siamo concentrati sull'esperienza dei visitatori sin dall’inizio, cercando di creare un luogo innovativo e flessibile ad iniziare dal parco al piano terra, concepito come uno spazio pubblico gratuito e aperto a tutti, dove il pubblico possa interagire con la natura dando inizio all’esperienza museale.
La galleria "on-demand", sempre al piano terra, è uno spazio per esposizioni fisiche ed esperienze immersive, mentre la nuova terrazza al primo piano diventa un'area intermedia, un piano verde che separa il volume esistente e la superficie vetrata, offrendo un'esperienza coinvolgente in uno spazio semi aperto.
Le 'capsule' sospese sul parco, di diverse forme e dimensioni, raccolgono la mostra permanente ed il planetarium: sorrette da mega pilastri in legno ed acciaio, simili ad alberi artificiali, sono collegate da corridoi vetrati che affacciano sul parco offrendo un punto di vista unico.
Un'esperienza museale pensata come una ritmica sequenza di spazi chiusi - immersivi e collettivi - e spazi aperti, ibridi in cui la natura presente nel parco diventa oggetto e compagna della visita.
Promised Lands: Considerando la collocazione del museo nella città di Roma, quali sfide specifiche avete affrontato nel progettare un edificio che si integri armoniosamente con il contesto urbano e, al contempo, rappresenti un'icona distintiva per la scienza e la cultura?
L’idea alla base di Science Forest è quella di creare una struttura di risonanza internazionale che sia fruita tutti i giorni della settimana sia dagli addetti ai lavori che non, quindi un’opera pubblica locale, per il quartiere.
L’ansa del Flaminio è stata molto studiata per i suoi capolavori di architettura moderna e contemporanea, ma ultimamente si sta ponendo molta attenzione al suo grande patrimonio naturalistico e paesaggistico che si concentra sulle sponde del Tevere e nei due grandi parchi di villa Glori a est e Monte Mario al termine dell’asse di via guido Reni, mentre per tutta la porzione di quartiere a ovest della via Flaminia prevale una città relativamente densa e costruita.
Il progetto propone proprio al centro dell’asse di via Reni e del quartiere Flaminio una nuova sintesi tra naturale e artificiale, un luogo ibrido ad ideale completamento di una trasformazione urbana che va avanti ormai da più di venti anni ponendo la natura al centro di questa trasformazione.
Inoltre, Science Forest si integra gli sviluppi futuri dell’area, tenendo in considerazione altri progetti limitrofi di rilievo, come il Progetto Urbano Flaminio e le nuove operazioni del MAXXI - Green MAXXI e MAXXI hub.
Per preservare l'impianto urbano esistente, abbiamo posto particolare attenzione alla conservazione delle mura perimetrali dello S.M.M.E.P. (Stabilimento Militare di Materiali Elettronici di Precisione), mantenendo così una connessione visiva e storica con il passato della zona.
Il nuovo parco pubblico verde, che nasce dallo svuotamento della struttura esistente, non solo si integra in modo organico con il contesto circostante, ma si estende in continuità con il parco già previsto nell'area adiacente, promuovendo la coesione e la fluidità del tessuto urbano.
Questa sinergia tra il nostro progetto e le iniziative urbane circostanti ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini e creando un punto di convergenza per la cultura, la natura e la comunità.
Promised Lands: In che modo avete affrontato la questione della sostenibilità nel vostro progetto? Quali soluzioni innovative sono state adottate per ridurre l'impatto ambientale dell'edificio e promuovere una gestione sostenibile delle risorse nel lungo termine?
Abbiamo avuto sempre voluto che fosse un progetto autosufficiente, che operasse il più possibile attraverso l’uso di sistemi passivi: l’edificio è coronato da una teca semi-trasparente aperta per consentire la ventilazione naturale e l’effetto camino; la copertura, così come il fronte sud della facciata è completamente rivestita da celle fotovoltaiche che garantiscono all’edificio una rilevante produzione di energia elettrica.
La struttura del Museo è concepita come una scatola bioclimatica passiva che permette ai visitatori di esplorare le dinamiche delle comunità vegetali al suo interno, architettura e paesaggio sono il risultato di un approccio integrato volto a creare un microclima che garantisca a tutte le specie, animali e vegetali, le migliori condizioni di vita possibili.
Il progetto punta a ottenere una certificazione di alto livello secondo i protocolli LEED® e WELL®, per garantire condizioni di comfort ottimali e ridurre il consumo energetico.
Promised Lands: In che modo la vostra proposta architettonica tiene conto delle esigenze e delle aspettative della comunità, favorendo un approccio inclusivo e sostenibile alla fruizione del Museo della Scienza?
Il museo diventa un luogo di incontro quotidiano per cittadini e ricercatori, uno spazio pensato per una nuova comunità aperta.
Il nuovo parco urbano protetto sarà accessibile a tutti, in qualsiasi orario, sarà un ”forum” pensato come una galleria diffusa per mostre speciali e incontri scientifici, un luogo di incontro, studio e dibattito. Vogliamo che il Museo della Scienza di Roma diventi un luogo da visitare e vivere anche al di fuori dell’esperienza museale, crediamo fortemente che la nostra soluzione possa diventare un nuovo punto di riferimento per tutti i cittadini.
Promised Lands: Quali sono le vostre idee per garantire che il nuovo Museo della Scienza diventi un punto di riferimento per la comunità, andando oltre la semplice funzione museale e contribuendo attivamente alla vita sociale e culturale del quartiere e della città di Roma?
Abbiamo studiato molto le opere che ci hanno preceduto nel quartiere negli ultimi anni a partire dall’Auditorium di Renzo Piano al MAXXI di Zaha Hadid. Abbiamo notato che le loro fortune si giocano soprattutto sulla loro capacità di attrarre persone al di là degli eventi programmati.
È, infatti, la qualità e quantità dello spazio aperto e liberamente fruibile a fare la differenza. Seguendo questa lezione abbiamo voluto garantire alla città 4.500 m2 di parco liberamente accessibile, più del 40% dell’impronta a terra del museo.